Attenti ad informarvi con Facebook Pare che dietro ci sia un complotto
Da qualche giorno a questa parte, Facebook è al centro di una polemica che, se dovesse risultare fondata, rischierebbe di minare, e non poco, la reputazione del social network più famoso del mondo. Stando al racconto di Gizmodo, sito statunitense dedicato alla tecnologia, esisterebbe una dinamica poco trasparenze e per nulla imparziale nella scelta delle notizie che Facebook inserisce nella sezione “Trending” (non ancora presente in Italia, ma presto dovrebbe accadere): verrebbero privilegiate, insomma, non le notizie più discusse del web (come dovrebbe essere ufficialmente), bensì quelle più vicine al credo politico e sociale dei vertici del social network. Facebook per il momento nega, ma Gizmodo ha messo sul tavolo alcune testimonianze, anonime ovviamente, di ex dipendenti di Zuckerberg addetti proprio alla selezione delle news da far circolare sui profili di tutto il mondo.
Il primo articolo accusatorio di Gizmodo… Le prime accuse lanciate a Facebook sono datate martedì 3 maggio: quel giorno, Gizmodo pubblicò la prima parte dell'inchiesta, incentrata su testimonianze anonime di alcuni giovani che avevano avuto modo di lavorare in Trending, i cosiddetti “news curator”. Le interviste vertevano soprattutto sulle condizioni di lavoro: paga bassa, ghettizzazione dal resto dei team, licenziamenti ingiustificati. Si cominciava ad accennare, però, alle strane dinamiche con cui venivano selezionate le notizie da inserire in Trending. Il sistema funziona pressapoco così: l'algoritmo di Facebook pensato per individuare le notizie più discusse della rete offre una gamma di possibilità ai news curator, che devono poi selezionare quelle che finiranno sul social in base alla fonte di provenienza (i giornali più importanti hanno la preferenza), al tema, e, soprattutto, alle indicazioni dall'alto, che però vengono definite come piuttosto vaghe e poco chiare.
… e il secondo. Il secondo articolo pubblicato da Gizmodo, a firma di Michael Nuñez e datato 10 maggio, invece, è risultato molto più incisivo e polemico: sempre grazie a testimonianze interne a Facebook, emerge l'esistenza di una vera e propria imposizione al fine di divulgare solo un certo tipo di notizie a discapito di altre; nello specifico, news vicine e favorevoli all'ambiente liberal, evitando articoli di appoggio ai conservatori, anche qualora riguardassero notizie importanti. Allo stesso modo, è stata accusata una tendenza ad evitare di diffondere notizie prese da giornali di stampo repubblicano. Forte, inoltre, la volontà di “creare” una notizia virale: se anche nessuno si interessa di un certo argomento, il fatto che Facebook lo proponga ai propri utenti, naturalmente, fa sì che in poche ore diventi uno dei temi più cliccati del mondo. Tutto, ovviamente, secondo un disegno ben preciso.
La risposta di Facebook. Si è osservato, in seguito allo scoop di Gizmodo, che se tutto questo fosse confermato sarebbe qualcosa di estremamente controverso: perché se è vero che Facebook sta puntando a diventare esso stesso “internet” (inteso come luogo unico in cui si espletano tutte le attività che il web possa offrire, dall'informarsi al tenersi in contatto con le persone), è anche vero che, in tal caso, non possa prescindere da una neutralità totale nella presentazione e diffusione dei contenuti. Facebook, oltre ad aver (ironicamente?) inserito l'inchiesta di Gizmodo proprio nella sezione Trending, ha divulgato una nota in cui esclude categoricamente qualsiasi tipo di influenza o disegno dietro le quinte in merito al lavoro di selezione delle notizie. D'altra parte, non poteva fare altro. Successivamente, il dirigente di Facebook Tom Stocky, a capo di Trending, ha pubblicato sulla propria pagina uno status in cui ribadiva il concetto dell'assoluta imparzialità del lavoro del suo team, e di come lo statuto del social network impedisca qualsiasi tipo di ingerenza di opinioni personali o del gruppo nell'attività del sito: “Le nostre regole per la sezione Trending sono in costante revisione, e continueremo a cercare di migliorarle. Continueremo anche a considerare ogni domanda sulla sezione Trending per assicurarci che alle persone siano fornite le notizie che prevediamo possano interessarle di più, e per essere sicuri che i nostri metodi sono il più neutrali e efficaci possibili”.