Diciotto anni fa lo schianto contro il Pirellone. Ecco perché il motore dell’aereo ora è a Casnigo
Nel 2002 Luigi Fasulo si schiantò contro la sede di Regione Lombardia, uccidendo due funzionarie. Il triste cimelio è conservato dal collezionista gandinese Piero Spampatti
di Giambattista Gherardi
Diciotto anni fa, esattamente il 18 aprile 2002 alle 17.45, un piccolo aereo da turismo proveniente dalla Svizzera si schiantò contro il Grattacielo Pirelli a Milano, sede di Regione Lombardia, provocando la morte di due funzionarie dell’Avvocatura Regionale e del pilota, l’italo-svizzero di origine irpina Luigi Marco Fasulo. «Era il 18 aprile 2002 – ricorda il presidente della Regione, Attilio Fontana - un aereo da turismo si schiantò contro il Pirellone, provocando la morte di due dipendenti della Regione (Annamaria Rapetti e Alessandra Santonocito) e decine di feriti. Il maledetto Covid non ci permette la tradizionale commemorazione pubblica, ma noi non dimentichiamo. Anzi, ricordiamo quella tragedia con ancora più forza. L’incidente sfregiò uno dei grattacieli simbolo di Milano e di tutta Europa, che però è tornato a splendere. Milano, la Lombardia e l’Italia sanno e sapranno ripartire. L’hanno dimostrato e lo dimostreranno ancora».
Luigi Fasulo era un personaggio del tutto originale, impegnato nella compravendita di opere d’arte e pilota dilettante. Del volo aveva fatto finalmente la sua professione, trasportando merci e persone su piccole rotte con l’impresa di aeronoleggio Playmatic Aviation. Le cronache lo definirono «pilota di buona competenza ma con indole spericolata». Nei minuti precedenti al tragico schianto interpretò male le segnalazioni della torre di controllo di Linate e, impegnato probabilmente a risolvere un problema al carrello, finì per avvedersi troppo tardi del grattacielo, contro il cui ventiseiesimo piano si schiantò, nonostante un estremo tentativo di virata.
A legare il ricordo di quella tragedia alla Bergamasca va segnalato che il motore del Rockwell Commander 112TC guidato da Fasulo si trova in Valle Seriana. È il triste cimelio acquistato alcuni anni or sono dal collezionista Piero Spampatti di Gandino, che nella sede della propria azienda, la Plastitalia di Casnigo, custodisce un vero e proprio Museo di moto, auto, biciclette e memorabilia di altissimo interesse. Suo anche il motore sezionato di un aereo Antonov di produzione sovietica, che consente di ammirare dal vivo principi e funzionamento.