Preghiera e ricordo: a Gandino la Raggiera illumina il Corpus Domini
La concelebrazione in Basilica ai piedi della "macchina" settecentesca dei maestri Caniana, guidata don Gustavo Bergamelli, rettore del Seminario. "Il periodo di lontananza crei slancio e nuova motivazione nei fedeli"
di Giambattista Gherardi
Una celebrazione intensa e solenne, per una coincidenza inedita destinata a restare nella storia e fra le emozioni di ciascuno. Domenica 14 giugno la comunità di Gandino si è ritrovata per la ricorrenza liturgica del Corpus Domini, eccezionalmente priva della solenne e celeberrima processione, ma vissuta ai piedi della grande Raggiera del Triduo, opera dei maestri Caniana, innalzata lo scorso febbraio e lì rimasta per l'emergenza.
La concelebrazione principale, così come la predicazione del fine settimana, è stata guidata da don Gustavo Bergamelli, rettore del Seminario di Bergamo. I circa 270 posti ricavati a norma di legge in Basilica, anche negli altari laterali e nella cripta, sono presto andati esauriti e molti fedeli hanno seguito all'esterno e attraverso la diretta internet allestita dai giovani di Gandino Webtv.
«La pandemia ci ha tolto la possibilità della messa domenicale - ha detto don Bergamelli nell'omelia - imponendoci una riflessione e un bisogno rinnovati. Il rito ed il precetto - ha aggiunto ricordando Il Piccolo Principe di Saint Exupery - tutelano nelle intenzioni della Chiesa la ricchezza dell'attesa dell'incontro con Dio, ogni volta unico e irripetibile. La messa non è uno standard minimo e sufficiente, ma punto di arrivo e partenza della nostra vita di fede. La lontananza, vissuta in questi mesi, abbia la forza di darci nuovo slancio, facendo di noi degli "ostensori viventi" nel mondo e nel quotidiano». Attorno all'altare c'erano il parroco don Innocente Chiodi, don Luigi Torri e don Tonino Bini del Santuario di Caravaggio, che celebra quest'anno il cinquantesimo di sacerdozio. Durante la benedizione conclusiva si sono aggiunti don Giovanni Mongodi e don Manuel Valentini. Da segnalare la presenza del sindaco Elio Castelli accompagnato dal Gonfalone e dalla giunta comunale, nonché delle Confraternite di Carmine, Suffragio e San Giuseppe.
Nel corso della concelebrazione, accompagnata dal canto distanziato della Corale Canali diretta da Marco Guerinoni, il parroco ha dato lettura dei nomi di cinquanta defunti morti in paese fra febbraio ed aprile. Un momento intenso che ha fatto il paio con la processione interna conclusiva, accompagnata, al canto di Christus Vincit, dai confratelli del Santissimo Sacramento. Sul sagrato e ai piedi della Raggiera don Bergamelli ha impartito la benedizione con l'ostensorio gotico del Corpus, prezioso manufatto orafo che richiama la facciata del Duomo di Colonia.
La grande Raggiera del Triduo fu realizzata dalla bottega Caniana fra il 1788 ed il 1791, dopo che quella creata nel 1777 a Donato Andrea Fantoni fu ritenuta poco consona dai committenti gandinesi. L’enorme incastellatura tocca i 12 metri di altezza e vede il Santissimo coronato da raggi con vetri policromi illuminati da lampadine elettriche (un tempo lumini) secondo un’iconografia che richiama la visione dantesca di Dio.