A Bergamo 12.347 positivi, 29 in più. Sotto quota 300 i ricoveri regionali in rianimazione
Come accade da oltre due mesi, anche oggi (giovedì 13 maggio) Regione ha aggiornato i dati relativi all'evoluzione epidemiologica sul territorio lombardo e i numeri confermano la diminuzione registrata nell'ultimo periodo.
Nella Bergamasca cresce a 12347 le persone che hanno contratto il Covid-19, a fronte dei 29 nuovi positivi accertati (ieri erano stati 24). In Lombardia, invece, il totale di coloro che hanno contratto l'infezione arriva a 83820 persone. Complessivamente, sono 522 i nuovi contagiati, a fronte di 14080 tamponi effettuati (in leggero aumento rispetto a ieri quando i nuovi positivi erano stati 394, a fronte però di un numero inferiore di test analizzati, pari a 10919 unità).
Scende sotto la soglia dei 5 mila degenti il numero dei pazienti ricoverati: ad oggi sono 4818, ben 189 malati in meno rispetto a ieri. Si consolida ulteriormente il numero di quelli ospitati nelle terapie intensive, pari a 297 persone (10 in meno rispetto a ieri). Preoccupa però il notevole incremento nel numero di decessi giornalieri. Sono infatti 111 le vittime accertate nelle ultime 24 ore, una cifra che porta il totale di coloro che hanno perso la vita dall’inizio dell’epidemia a quota 15296 persone (ieri erano avvenuti 69 decessi).
Sul fronte delle riaperture, il presidente regionale Attilio Fontana ha fatto sapere che Regione valuterà l'ampliamento delle aperture sia sulla base delle necessità economiche, sia tenendo conto della situazione sanitaria. La decisione definitiva sulle modalità e sulle eventuali nuove riaperture dovrebbe quindi arrivare nella giornata domani. «Abbiamo dedicato la giornata di oggi all'ascolto delle associazioni di categoria e delle rappresentanze sociali - ha spiegato Fontana -. Abbiamo anche incontrato i sindaci, per ascoltare le loro valutazioni. Domattina incontreremo sia il Comitato tecnico-scientifico regionale sia il Governo, che ci chiarirà quali riaperture intende attuare e fornire ulteriori linee guida. I sindaci hanno espresso le proprie preoccupazioni riguardo l'assenza, ad oggi, di documenti e di linee d'azione definitive da parte del Governo e dell'Inail».