A Bergamo oltre 10mila domande Isee con fascia di reddito in piena “zona di povertà”
Secondo il sindacato è fondamentale la «copertura totale dei costi per servizi sociali e sanitari per le famiglie sotto la soglia dei 9mila euro». In provincia le stime parlando di almeno 50mila nuclei famigliari
Oltre 10mila pratiche di cittadini con una fascia di reddito che li pone in una “zona di povertà”. Le prime stime effettuate dall’Osservatorio e dal dipartimento Welfare della Cisl di Bergamo in merito alla crescita esponenziale di domande per la compilazione dell’Isee sono tutt’altro che rosee. L’emergenza sanitaria ha lasciato in eredità una massa di nuovi poveri, destinata a aumentare nel caso si riproponga una nuova quarantena
Secondo i dati Inps, nei primi quindici giorni di agosto i Caf hanno inviato il 70 per cento di pratiche in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno per poter aderire alle diverse forme di sostegno al reddito. Nel mese di luglio l’aumento era stato del 30 per cento. Complessivamente sono già state elaborate l’85 per cento delle dichiarazioni inviate in tutto il 2019. Per quanto riguarda il Caf bergamaschi della Cisl, il raffronto tra i primi otto mesi del 2019 segna una crescita del 10 per cento delle pratiche elaborate e portate a buon fine. I dati che ne emergono sono ben poco rassicuranti: quasi la metà delle pratiche, oltre 10mila domande, riguarda cittadini con fascia di reddito inferiore a 9.360 euro, quindi in piena “zona povertà”.
«Si tratta di famiglie che negli ultimi mesi sono precipitate in una condizione di difficoltà economica quotidiana per far quadrare conti e bollette - sottolineano Mario Gatti, segretario Cisl Bergamo, e Caterina Delasa, segretaria generale provinciale Fnp Cisl -. Il mercato del lavoro per queste persone è diventato quasi inesistente. Con l’aggravante che il loro ultimo Isee non è così basso, perché l’anno scorso hanno lavorato in modo precario ma continuativo. Altri hanno diritto alla cassa integrazione, ma in attesa di riceverla si sono ritrovati senza un euro. E poi ci sono le partite Iva, i giovani e i precari».
L’attestazione Isee è infatti un requisito di accesso necessario misure e sussidi governativi quali, ad esempio, il reddito di cittadinanza o il reddito di emergenza prorogato fino al 15 ottobre. Approfondendo la lettura dei dati, emerge che la solitudine è uno degli aspetti che caratterizzano la fascia di povertà bergamasca: quasi il 32 per cento dei richiedenti sotto i 9.360 euro vive da solo. Se si analizzano soltanto le domande Isee della città di Bergamo, questa fetta sale al 40 per cento.
«Nei prossimi mesi – affermano i sindacalisti della Cisl - sarà necessario rafforzare le misure di sostegno al reddito e prevedere alcuni correttivi al reddito di cittadinanza per affrontare le drammatiche conseguenze sociali provocate dalla crisi sanitaria, intervenendo in particolar modo sulla scala di equivalenza e sui vincoli anagrafici. Ma, soprattutto, occorrerà una nuova predisposizione da parte delle comunità locali a farsi carico di interventi solidali, non puramente assistenziali, con la collaborazione della società civile e finalizzati a creare lavoro innovativo, per esempio nella cura dell’ambiente. Riteniamo che obiettivo indifferibile sia arrivare alla totale copertura dei costi per servizi sociali e sanitari per le famiglie sotto la soglia dei 9mila euro. In provincia si parla di almeno 50mila nuclei familiari che non possono usufruire di nido, assistenza familiare o domiciliare».