Reportage

A cinquecento metri dall'inferno: al confine ucraino con i volontari di Caravaggio

La nostra inviata Monia Casarotti è al seguito della spedizione di "Aiutiamoli a vivere", che sta consegnando mille scatoloni di aiuti umanitari ai profughi dell'Ucraina invasa da Vladimir Putin

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Dieci tonnellate di generi alimentari, indumenti, coperte, scarpe e farmaci diretti verso l'Ucraina. Il cuore grande di Caravaggio - messo a sistema dall'associazione Aiutiamoli a vivere, da Caritas e dall'Amministrazione comunale - occupa quasi mille scatoloni, stipati in due enormi Tir che in queste ore stanno raggiungendo l'Ucraina attraverso la Romania. Si tratta della prima spedizione di aiuti umanitari raccolti in queste tre settimane di guerra in quello che è stato senza dubbio il Comune più pronto e attivo, nella nostra zona, a fronteggiare l'emergenza.

Una strana allegria

La partenza da Caravaggio

C'è una strana allegria, sui mezzi del convoglio partito mercoledì pomeriggio dalla zona industriale della città. L'allegria di chi sta facendo qualcosa di grande e di giusto, mentre il mondo ostinatamente si attorciglia in una spirale di violenza immane e spietata. Sul pulmino, con i volontari di Aiutiamoli a vivere Gioacchino Danesi, Giovanni Ferrari, Mattia Ghisetti e Mauro Galimberti, c'è anche la giornalista del Giornale di Treviglio Monia Casarotti, che resterà al confine romeno-ucraino fino a domenica, e racconterà la spedizione in diretta sul nostro sito, e poi settimana prossima in un reportage dal campo.

Sopra, il percorso del convoglio umanitario da Caravaggio all'oratorio di padre Giurgica, al confine con l'Ucraina. Evidenziate, le città bombardate dai russi in questi giorni

Destinazione finale: Sighetu Marmatiei

La destinazione finale si trova letteralmente a poche centinaia di metri dal confine di Stato con l'Ucraina, che in quel tratto segue il corso del fiume Tibisco. Si tratta dell'oratorio «San Francesco» di Sighetu Marmatiei, città della Romania del nord. Un oratorio gestito da un sacerdote amico dell'associazione Aiutiamoli a vivere, padre Giurgica Eugen. L'oratorio si trova a circa 500 metri dalla frontiera.

Ai beni di prima necessità raccolti dai volontari a Caravaggio, Masano e Vidalengo si aggiunge il carico di un secondo Tir della ditta Ghisetti Autotrasporti, che con generosità si è offerta anche di coprire i costi di questa prima spedizione. Il pulmino e i due enormi camion (alla guida ci sono Gioacchino Danesi, Adriano Ghisetti e Miky Radu) percorreranno gli oltre 1570 chilometri che separano Caravaggio da Sighetu Marmatiei, uno dei tanti valichi stradali della frontiera tra Romania e Ucraina. E qui, i circa mille scatoloni saranno finalmente consegnati alle autorità ucraine, in una zona fortunatamente ancora, per adesso, risparmiata dal sanguinosissimo conflitto scatenato da Vladimir Putin. Mercoledì sera, a Gorizia, la compagnia si è però allargata con altri tre componenti d'eccezione: Fabrizio Pacifici, presidente nazionale e fondatore dell'associazione Aiutiamoli a vivere, con il vicepresidente Aldo Cicoria e il consigliere Francesco Fiorelli.

"Se si può fare del bene, lo si fa"

Quando il Giornale di Treviglio andava in stampa, ieri pomeriggio, giovedì, il convoglio era all'altezza di Budapest, in Ungheria. Questa notte il viaggio è proceduto molto a rilento, tra i controlli alla frontiera ungherese-romena e poi una lunga coda causata da un incidente autostradale in Romania. Ma l'umore resta  alto.

«Mi trovavo nella cooperativa dove lavoro e si parlava del fatto che stessero cercando un volontario per andare in Romania con gli aiuti per l’Ucraina – ha spiegato, durante il tragitto, Miky Radu, autista originario della Romania ma residente da anni a Ciserano – Gli organizzatori erano già in contatto con l’autotrasportatore Ghisetti e allora mi sono proposto come autista. Mi sono chiesto: “Perché no?”. Se si può fare del bene, lo si fa, e data la parola, poi, la si rispetta».

A «casa», in Romania, la situazione è piuttosto tesa, sebbene la guerra sia ancora relativamente lontana. «Nelle zone di confine la preoccupazione c’è - ha proseguito Radu - Ci sono i carri armati pronti. Solo per difesa in caso di guerra, certo. La situazione è calma, ma l’ansia si sente».

L'arrivo dei profughi dal confine ucraino

Una pausa pranzo a base di salame, durante il lungo viaggio

Soprattutto perché dall'altra parte della dogana arrivano, in continuazione, i profughi ucraini. «Per ora si fermano per due o tre giorni e poi ripartono verso la Spagna, l’Italia o la Germania perché hanno già dei parenti ad attenderli, ma credo che col passare del tempo ci sarà anche chi sceglierà di fermarsi in Romania».

Al di là del confine, del resto, la situazione è di settimana in settimana più grigia e proprio per questo la macchina della solidarietà caravaggina si è mossa così celermente. Una macchina solidale senza precedenti: i dati aggiornati al 12 marzo parlano di 145 cartoni di abbigliamento per bambini, 180 di abbigliamento donna, 121 di abbigliamento uomo, 157 di alimentart, 70 di coperte, 34 di articoli per l'igiene personale e medicinali, 30 di scarpe.

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