Mistero fitto

Omicidio di Terno, ancora nulla di decisivo. La minoranza critica il sindaco sulla sicurezza

Dalla vita della ragazza non sembra emergere nulla, ma mancano ancora i risultati delle analisi del cellulare. Nel mentre, in Comune...

Omicidio di Terno, ancora nulla di decisivo. La minoranza critica il sindaco sulla sicurezza
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A breve saranno passate due settimane esatte dalla morte di Sharon Verzeni, accoltellata poco prima dell'una nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d'Isola. Tuttavia, sono ancora tante le domande sul delitto e dagli inquirenti non sembra trasparire nulla sullo stato delle indagini.

Manca tutto

Dopotutto, manca l'arma del delitto. Secondo l'autopsia Sharon è stata uccisa con quattro fendenti, tre dei quali mortali, inferti probabilmente con un grosso coltello. Mancano delle immagini decisive, per quanto numerosi siano i frame catturati dalle telecamere di sorveglianza della zona. Manca il colpevole. Per ora, non è ancora trapelato nulla sul contenuto del cellulare della ragazza, che viveva a Terno da tre anni con il compagno Sergio Ruocco, ma che era originaria di Bottanuco, dove sono stati celebrati i funerali.

Una vita tranquilla

Dalle indagini sulla vita della giovane non è emerso nulla che abbia aperto qualche pista. Aveva studiato e esercitato in precedenza la professione di estetista, ma ora lavorava al bar Vanilla di Brembate. Secondo quanto riportato dai quotidiani pare che la ragazza si fosse avvicinata a Scientology, ma che gli inquirenti hanno scartato subito l'eventuale correlazione con quanto accaduto.

Per il resto, Sharon era molto riservata, e non aveva particolari hobby se non l'andare a passeggiare, talvolta in ora tarda per evitare il caldo come riferito dal padre. Dal suo profilo Facebook emerge una forte passione per gli animali, in particolare per i cani.

Il gesto di uno squilibrato?

Una vita così tranquilla, che è stata considerata anche la pista del gesto di uno squilibrato, oppure di un qualche malvivente della zona. Il sequestro di un garage in via Castegnate, usato per attività sospette, ha fatto crescere la preoccupazione dei residenti di Terno, che hanno raccontato di vivere una costante percezione di insicurezza.

Su questo punto è intervenuto il sindaco, spiegando di aver investito mezzo milione in cinque anni proprio per cercare di contrastare lo spaccio e le attività illegali svolte sul territorio comunale. Aveva anche allegato un appello alle istituzioni sovracomunali per unirsi in questa lotta. Tuttavia, la minoranza ha avuto da ridire su questo aspetto, come riportato dai colleghi di Prima Merate.

«Soldi pubblici buttati»

I consiglieri di Terno attiva, Eugenio Alborghetti e Maria Grazia Gasparini hanno dichiarato: «Se i risultati sono quelli che stiamo vedendo è chiaro che sono stati soldi pubblici "buttati".  Al sesto anno da sindaco, adesso che i risultati del proprio operato sul tema sono, purtroppo per noi, evidenti, chiede aiuto e supporto alla politica e alle Istituzioni, in particolare sul tema sicurezza. Ma lo fa quando la gente non ne può più e si rende conto che il tono accattivante risulta solo provocatorio. Il fatto stesso che il questore abbia conosciuto il sindaco di Terno solo adesso e a seguito dell'assassinio di questi giorni la dice lunga sulla incapacità di costruire un rapporto costante e serio con le Istituzioni».

Fanno poi riferimento a un incontro pubblico recente, nel quale «parlamentari, amministratori dell'Isola ed esperti in materia sono stati concordi a dire che il decoro urbano è condizione non sufficiente ma comunque necessaria per quella sicurezza che nel nostro paese manca. Così come è noto che il mondo dei drogati e della droga è un mondo di sofferenza e delinquenza che va conosciuto e affrontato con competenza, umiltà e poco chiasso strumentale. Altrimenti non si aiuta chi ha bisogno, non si fermano gli spacciatori e i problemi si aggravano».

«Parole vuote e bugie»

Sono critici anche sui risultati effettivi tanto da indicare via Castegnate (quella dove è avvenuto l'omicidio) tra le più pericolose insieme a via Medolago e via Trieste. «Invece di improbabili ulteriori promesse e impegni fatui del sindaco - attacca la minoranza - confidiamo nel senso di responsabilità che ci auguriamo prevalga nei nuovi amministratori. Di fronte all'attuale situazione e ad un fatto così drammatico l’unico atteggiamento accettabile poteva essere quello del dolore e della riflessione su quanto si doveva e poteva fare e andrà fatto. Sindaco e giunta scelgono di enfatizzare il tanto fatto e il tanto che faranno che poi resteranno parole vuote e bugie».

 

 

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