le testimonianze

Abusi su una bambina di 5 anni: a processo il compagno della nonna

Il fatto decisivo è del 28 maggio 2021, quando la madre della piccola avrebbe visto l'uomo toccarle le parti intime

Abusi su una bambina di 5 anni: a processo il compagno della nonna
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Un processo, una bambina coinvolta e un'accusa molto pesante a suo nonno, o meglio, al compagno della suocera. È questo il difficile caso approdato in tribunale a Bergamo, che fa riferimento ai racconti della bambina di cinque anni e alla testimonianza della madre, che ha riportato come il 28 maggio 2021 abbia visto l'uomo, 78 anni, toccare sua figlia nelle parti intime.

L'episodio decisivo

Come riporta il Corriere Bergamo, fu proprio dopo quell'episodio che partì la denuncia. «Mia figlia disse che non era colpa sua, scoppiò a piangere. La portai al pronto soccorso per capire se fosse successo altro. Ci consigliarono di andare al centro antiviolenza». Al compagno della suocera lei non disse nulla, perché sotto choc, mentre la suocera le avrebbe urlato di «non iniziare con quelle cose». Già nel 2019 la madre si era fatta sentire anni prima per abbracci a suo dire fuori luogo, tanto che i suoceri, che abitavano nella villetta accanto, si erano spostati. Col tempo il rapporto era stato poi ricucito. Fino all'episodio che ha fatto scattare la denuncia.

Il racconto spontaneo

Quando la mamma della piccola andò dai carabinieri per denunciare, portò una chiavetta usb. Dentro c'erano la registrazione audio di alcune domande che fece alla bimba «per capire» e un video. La madre ha spiegato che stava filmando la piccola mentre nuotava, quando lei, senza essere stata sollecitata, avrebbe chiesto: «Vuoi vedere che cosa mi faceva?». Per fare luce su quanto successo il 28 maggio, è stata sentita come testimone anche la signora delle pulizie. Ha confermato che la mamma era agitata e che parlò di denuncia.

I prossimi passi

La suocera, che sta ancora con l'imputato, alla luce di questo legame, potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, ma ha deciso che parlerà comunque, il 17 aprile. Il papà della bambina - figlio della donna, ma non dell'accusato - ha sottolineato: «Sono stato stupido» perché «all'epoca non ci credevo, mi sembrava così assurdo».

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