Accoltellamento di Simba La Rue, la fidanzata: «Mi maltrattava, volevo solo umiliarlo»
La fidanzata del trapper si è accordata con i suoi nemici, dando la loro posizione affinché gli dessero una lezione. Pensava a qualche schiaffo, ma è spuntato un coltello
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia avvenuto nella giornata di ieri lunedì 10 ottobre Barbara Boscali, la fidanzata di Simba La Rue, il trapper accoltellato lo scorso 16 giugno a Treviolo, ha ribadito la sua versione dei fatti. Si sarebbe infatti accordata con alcuni membri della banda rivale, desiderosi di vendetta dopo il sequestro con umiliazione pubblica del loro capo Baby Touché (avvenuta il 9 giugno), per dare la posizione del compagno affinché gli dessero una lezione.
«Volevo che anche Simba venisse umiliato, visto che mi continuava ad umiliare», ha confessato al magistrato, assistita dai suoi legali Michele Cesari e Federica Mologni. Aveva così contattato la guardia del corpo di Baby Touché, Samir Benksar, 19 anni e attualmente in carcere a Busto Arsizio in attesa dell’interrogatorio, per mettersi d’accordo e organizzare insieme a lui la spedizione punitiva. Una volta che lui ed altri li avevano raggiunti nel parcheggio però, quella sera, era spuntato anche un coltello: al trapper furono inflitti dieci fendenti, la maggior parte alla gambe. Aveva perso molto sangue e fu necessario un intervento chirurgico d’urgenza, durato diverse ore. Per i presunti autori ed i loro amici, intercettati al telefono, si era trattato solo di una «ragazzata». I pm non sono della stessa opinione, dato che si starebbe valutando l’ipotesi di tentato omicidio.
Gli esecutori materiali, a quanto pare, sarebbero tre: Moaad Amagour, 24 anni, residente a Conselve e fratello del leader della gang rivale, che si trova detenuto a Padova; Francesco Menghetti, stessa età il cui interrogatorio è fissato per oggi e infine Youness Foudad, 30 anni, detenuto in Austria a Vordernberg. Sarebbe stato proprio quest’ultimo, quella notte in via Aldo Moro, ad estrarre la lama con cui fu ferito in maniera grave il bersaglio del raid. Gli altri due, invece, avrebbero agito a mani nude. Sullo sfondo di tutta questa violenta e confusa vicenda la telefonata, anche questa intercettata dagli investigatori, tra la Boscali e il fidanzato (forse ormai ex) in ospedale: «Doveva solo venire a farti qualche cosa, umiliarti…» aveva detto lei. «Mi hai venduto e basta, che fine di m***a ho fatto» la risposta dell’altro. L’episodio tuttavia non è ancora chiaro del tutto a chi indaga: qualcun altro avrebbe rivendicato l’aggressione sui social, quindi la giovane potrebbe non essere stata l’unica mandante.