Accolto il patteggiamento per Zenucchi, che tolse la vita alla moglie col suo consenso
Il 57enne di Peia aveva tagliato la gola alla consorte con un rasoio, volevano uccidersi per problemi personali ed economici
Accolta la richiesta di patteggiamento per Alfredo Zenucchi, il 57enne originario di Peia, in Val Gandino, che lo scorso 6 dicembre uccise la moglie Rossella Cominotti, 53 anni, nella loro stanza in un hotel di Mattarana, nello Spezzino.
Omicidio con il consenso della moglie
Una decisione presa dal gup del tribunale locale, dopo che il capo d'imputazione era cambiato da omicidio volontario a omicidio del consenziente. Ovvero, l'uomo avrebbe tolto la vita alla moglie, tagliandole la gola con un rasoio, dopo che questa aveva deciso insieme a lui di morire, per ancora non meglio precisati problemi personali e, forse, anche economici.
Difeso dagli avvocati Alberto Rimmaudo e Riccardo Balatri, il bergamasco ha visto ridursi la sua potenziale pena dalla base di sette anni e mezzo a quella di tre e mezzo, in seguito al riconoscimento delle attenuanti generiche, ma rimane la riserva sull’istanza di scarcerazione.
I tormenti della coppia
Un primo tentativo di suicidarsi insieme, secondo quanto raccontato da Zenucchi agli inquirenti, sarebbe avvenuto a fine novembre 2023 nella loro edicola, "Il cappellaio matto", rilevata a inizio di quell'anno e mai decollata, dove pare oramai si fermassero anche a dormire su delle brandine. A tal proposito, l'arrestato avrebbe accennato a un rapporto di fiducia tradito da parte di alcune persone, anche se non è entrato nei dettagli. L'attività non era mai progredita e, forse, a determinare la presunta decisione della coppia sarebbe stato anche il fallimento di un progetto in cui avevano creduto molto.
L'uomo, dopo l'arresto, non aveva mostrato alcun interesse a difendersi e voleva solo portare a compimento il suo proposito, dopo aver desistito nella camera dell'hotel quella sera, quando alle 22.30 la consorte è morta dissanguata sul letto, con il rasoio lasciato lì accanto. Nella stanza, anche eroina e siringhe: in passato il soggetto aveva avuto problemi di tossicodipendenza, ma dopo le cure in comunità ne era uscito pulito, anche se ogni tanto acquistava ancora stupefacenti da uno spacciatore.
L'ultimo viaggio
Dal racconto del 57enne, pare che la coppia fosse partita dal Cremonese senza i telefoni cellulari, per non essere disturbati in quello che ha descritto come una sorta di ultimo viaggio. La vittima avrebbe insistito per andare in Liguria, perché voleva vedere un'ultima volta il mare prima di lasciare questo mondo. Avrebbero tentato la prima volta in albergo il 3 dicembre, facendosi dei tagli sul collo, ma non erano abbastanza profondi e perciò si erano rimarginati. Alle 13 del giorno dell'omicidio, infatti, lei era ancora viva ed aveva anche risposto al telefono alla proprietaria.
Dopo aver fallito nel tentativo di uccidersi e seguire quindi la donna, ormai deceduta, il bergamasco era uscito dall'hotel e si era allontanato in macchina, prima di venire bloccato dai militari.