Avrebbe adescato ragazzini online, uno dei quali della Bassa Bergamasca, fingendosi una coetanea, per ottenere immagini e video espliciti. Un allenatore di basket di Darfo Boario Terme, che in passato aveva fatto il tecnico anche nella nostra provincia, è finito agli arresti domiciliari lo scorso 18 ottobre con l’accusa di violenza sessuale aggravata, pornografia minorile e sostituzione di persona.
Adescamenti con profilo hackerato
Si tratta, come riportato da PrimaBrescia, di un 29enne che svolgeva il suo ruolo in una squadra della provincia vicina. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe utilizzato il profilo hackerato di una minorenne per ottenere la fiducia delle sue vittime e convincerli a girargli del materiale. Nella sua rete sarebbero finiti tutti minori tra i 13 ed i 17 anni, ai quali scriveva frasi come: «Mi manderesti una tua foto?», oppure: «Resta tra noi due».
I reati contestati sarebbero stati commessi l’anno scorso ed erano andati avanti per diverso tempo. Fino a quando uno dei ragazzi della squadra di pallacanestro giovanile che allenava, contattato dalla finta ragazza che gli chiedeva foto esplicite, aveva riferito di quella strana conversazione ai genitori. Il giovane aveva quindi proseguito la conversazione con l’adescatore accanto alla madre, fino a capire che dietro l’immagine profilo che gli scriveva, dietro le conversazioni spinte e le insistenti richieste, si celava invece il suo allenatore.
Trovato materiale esplicito
Da qui era partita la segnalazione e l’avvio delle indagini, a partire dagli accertamenti sull’utenza telefonica risultata in uso al soggetto. Sui dispositivi gli inquirenti hanno trovato le chat intraprese con gli adolescenti. Almeno sedici, di varie province italiane, intraprese nel corso del 2024.
Oltre a foto, video e altro materiale pedopornografico che l’uomo, residente nella bassa Val Camonica ma impegnato nelle palestre della città e del territorio, avrebbe convinto i ragazzi a inviare, sempre utilizzando lo stesso modus operandi. Il profilo, si è poi scoperto, era reale, rubato a una ragazza a cui aveva hackerato l’account: il resto era tutta una raccapricciante finzione.
Per il 29enne il gip ha disposto i domiciliari, misura eseguita dai carabinieri di Chiari. Gli inquirenti hanno inoltre invitato chiunque abbia ricevuto messaggi sospetti o ritenga di essere stato contattato con modalità simili a rivolgersi tempestivamente alle forze dell’ordine, per tutelare eventuali altri minori coinvolti.