Le collezioni segrete

I musei nascosti nei caveau svizzeri Ecco le opere custodite a Ginevra

I musei nascosti nei caveau svizzeri Ecco le opere custodite a Ginevra
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«La maggior parte delle opere d’arte possedute dal nostro fondo è a Ginevra», aveva candidamente confessato Jean-René Saillard, direttore delle vendite del British Fine Art Fund Group, un gruppo specializzato negli investimenti nel settore dell’arte creato dieci anni fa. A Ginevra non vuol dire che siano esposte nella sede o in uno spazio apposito. A Ginevra significa che sono chiuse nella gigantesca cassaforte che è il porto franco della città svizzera. Nella confederazione il regime fiscale è favorevole e i porti franchi sono realtà molto diffuse. Ce ne sono in tutte le maggiori città, ma quello di Ginevra è celebre perché offre le migliori garanzie per la conservazione delle opere d’arte. Se ne è accorto il New York Times, che con un’inchiesta ha cercato di quantificare questo patrimonio e di capire quali capolavori sono chiusi sotto chiave nel Fort Knox ginevrino.

 

 

Cosa sono e come funzionano i porti franchi. I porti franchi sono una realtà sempre più diffusa nell’economia globalizzata. Recentemente ne è stato aperto uno anche a Singapore per intercettare la domanda di custodia dei patrimoni dei nuovi grandi ricchi asiatici, che si affidando sempre più alla consulenza dei fondi, tipo il British Fine Art Fund per investire in arte. Negli ultimi anni sono sorti 40 di questi fondi, di cui 20 cinesi. Del resto, il mercato dell’arte non ha conosciuto contraccolpi con la crisi, ed è quantificato in 55 miliardi di dollari. Per questo è diventato la forma di investimento non solo più redditizia ma anche con il maggior valore aggiunto reputazionale. Ma tante opere non possono essere tenute nelle pur grandi case dei nuovi re Mida. Non ci sono abbastanza muri e pongono troppi problemi di sicurezza e conservazione. Per questo meglio chiuderle sotto chiave nei porti franchi

Cosa c'è in quello di Ginevra. Ed è un porto franco, appunto, quello ginevrino, che dispone di 140mila metri quadrati di superficie, l’equivalente di 22 campi di calcio. Nel 2014 è stato inaugurato un altro spazio di 10mila metri quadrati. Il 27 percento della superficie è occupato da opere d’arte, il resto da gioielleria, pietre e metalli preziosi, orologi ed anche casse di vino e automobili.

 

 

Ma quali capolavori stanno sotto chiave sulle sponde del Lemano? Il New York Times ha provato a indagare, scoprendo che tra le migliaia di opere domina Picasso, ma c’è anche un Leonardo, il Salvator Mundi, che era stato esposto alla mostra di Londra del 2012. A Ginevra è custodita la collezione del miliardario russo Dmitry Rybolovlev, valutata due miliardi di dollari e che comprende anche un Van Gogh, I raccoglitori di olive e un El Greco, il San Sebastiano. A Ginevra è custodita anche la collezione favolosa Nahmad, mercanti siriani che avevano iniziato la loro attività a Milano e che hanno messo insieme un patrimonio impressionante con opere di Mirò, Monet, Matisse, Picasso, Kandinsky, Mondrian, Malevich, De Chirico, Magritte, Ernst e Modigliani. Nel 2012 la collezione venne esposta alla Kunsthaus di Zurigo dove venne visitata da oltre 100mila persone. Poi è tornata in cella, dove i quadri sono custoditi alla temperatura, ritenuta ideale, di 17 gradi.

Quindi, di tanto in tanto, il museo invisibile apre le sue porte e lascia uscire alcune dei suoi preziosi pezzi.  Ma nel frattempo gli spazi di Ginevra continuano a riempirsi. La regola “impara l’arte e mettila da parte” qui è stata presa alla lettera.

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