Meno burocrazia e più sicurezza

Al Liceo Parini si entra col badge (chissà che s'inventano gli studenti)

Al Liceo Parini si entra col badge (chissà che s'inventano gli studenti)
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Tecnologia significa controllo, anche a scuola. Da tempo si sono affermati negli istituti i registri elettronici, ma adesso arriva anche il badge. Gli studenti del liceo classico Parini di Milano hanno iniziato a utilizzarlo martedì 8 marzo: ogni mattina dovranno passarlo sulle colonnine poste nell’atrio dell’ingresso di via Goito e la loro presenza (o assenza) verrà automaticamente registrata in modo elettronico.

Non è una novità assoluta per le scuole milanesi, nel 2011 era stato introdotto al Curie per evitare l’ingresso di estranei, magari spacciatori; ma questa è la prima volta per un liceo. E anche i motivi sono decisamente diversi: li spiega così il preside Giuseppe Soddu: «Vogliamo eliminare la burocrazia dalle nostre aule; i nostri ragazzi devono entrare in classe e fare lezione, punto». Il motivo principale sarebbe quindi la perdita di tempo arrecata dall’appello tradizionale. Per i dirigenti del Parini ogni minuto è fondamentale: «Ci siamo accorti che anche solo l'appello durava troppo». Ben venga allora la tecnologia, se aiuta a guadagnare tempo prezioso, utile invece per tante altre attività interessanti, come quelle proposte al Parini grazie al famoso “orario liquido”. Ad esempio, la possibilità per gli studenti di spostarsi di aula in aula e seguire lezioni monografiche sugli autori che più interessano loro, come all’università.

 

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15 minuti. Il sistema si avvia alle 7.45, le lezioni iniziano alle 8. In quel fatidico quarto d’ora tutti e settecento gli alunni dovranno recarsi puntuali in classe. Man mano che vengono strisciati i tesserini, il registro elettronico dei professori si aggiorna e compare sullo schermo del totem la frase: «Benvenuto a scuola!». Non fatichiamo a immaginare le imprecazioni degli studenti che magari hanno una versione di greco alla prima ora di fronte alla frase che vorrebbe accoglierli simpaticamente. Ci sono tuttavia anche dei danni collaterali: un computer non conosce il concetto di tolleranza. Sono previsti infatti 5 minuti di ritardo, allo scadere dei quali lo studente dovrà presentare una giustificazione, il giorno successivo. Se un professore, di fronte a un ragazzo che arriva con 30 secondi di ritardo rispetto alle 8.05, poteva chiudere un occhio ed evitargli la scocciatura della giustifica, così non potrà fare il nuovo sistema elettronico.

 

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Il primo giorno. Martedì è stato il giorno del debutto: non sono mancati alcuni piccoli inconvenienti. Alcuni, per paura del nuovo sistema rigido, si sono presentati a scuola troppo presto, quando i totem non erano ancora accesi. Passando il tesserino così presto, risultavano poi assenti sul registro del professore. Man mano si è creata una certa calca perché tutti volevano timbrare il prima possibile. Ha commentato il professor Fabio Landi, che segue il progetto: «Ovviamente in classe controlliamo che i nomi corrispondano ai banchi pieni», anche per verificare che nessuno abbia passato il badge di compagni ritardatari. Ma la domanda sorge spontanea: se bisogna poi controllare e quindi perdere comunque qualche minuto, non era più semplice continuare con l’appello tradizionale? «É presto per dare un giudizio – ha detto Leone Di Robilant, un membro del consiglio d'istituto – ora stiamo a vedere come va».

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