Albero tagliato e sradicato: Amnesty International sporge denuncia contro ignoti
L'atto vandalico risale a novembre. Era stato piantato per festeggiare il 60esimo anniversario di fondazione dell’organizzazione
Chi a novembre ha tagliato e sradicato l'albero di maggiociondolo piantato nel Giardino dei Giusti del parco del Galgario lo ha fatto per attaccare direttamente Amnesty International? In caso contrario, perché ha compiuto questo gesto? E chi è il responsabile del vandalismo? È per trovare una risposta a queste domande che la circoscrizione lombarda di Amnesty International ha deciso di sporgere formalmente denuncia contro ignoti.
I fatti risalgono alla metà di novembre: l’albero sradicato era stato piantato nell’ambito dell'iniziativa “Facciamo crescere i diritti”, per festeggiare il sessantesimo anniversario di fondazione dell’organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani. Dopo circa una settimana, intorno al 21 novembre scorso, la pianta era stata estirpata e subito ripiantata dai giardinieri del Comune di Bergamo, su richiesta dell’assessore al Verde pubblico Marzia Marchesi. Tuttavia, il giorno seguente, l’albero è stato nuovamente colpito, tagliato e gettato via.
«Da sessant’anni, di fronte a gravi crimini di diritto internazionale, svolgiamo campagne contro l’impunità e per la giustizia in ogni parte del mondo – ha spiegato Giulia Vecchione, responsabile di Amnesty International Lombardia -. Per coerenza, abbiamo deciso di cercare giustizia anche per un fatto che può sembrare piccolo e locale, ma apparentemente rivolto contro di noi».
Non si conoscono infatti gli autori, ma il fatto che sia stato l’unico albero del parco oggetto di atti vandalici, ripetuti a distanza di poco tempo, ha spinto l’associazione a denunciare, nella speranza che le autorità possano accertare la natura del vandalismo.
Nel frattempo l’assessore Marchesi ha fatto sapere che il Comune si impegnerà quanto prima a ripiantare il maggiociondolo. «L’amministrazione comunale – ha commentato Marzia Marchesi -, insieme al Coordinamento provinciale bergamasco enti locali per la pace e i diritti umani e la Rete per la pace di Bergamo, esprime tutta la sua vicinanza e condanna questo gesto che colpisce non solo Amnesty International, ma tutti coloro che si impegnano ogni giorno nella protezione dei diritti umani».