Alcune cose da tener presenti prima di pronunciare il fatidico “sì”

Il matrimonio è una cosa bellissima. Non tutti sono favorevoli all’unire le proprie anime, i propri corpi e le proprie vite a quelle di un altro essere umano, ma non c’è dubbio che il matrimonio sia un evento gioioso. Certo, quando si parla di matrimonio è anche giusto uscire dai binari del banale: la cara vecchia storia di una favola a lieto fine, di un romanzo rosa che dura una vita, è un luogo comune che, chi è sposato, sa bene essere, almeno in parte, fuorviante. Il “sì” per sempre è un passaggio fondamentale nelle vite di ognuno di noi ed è giusto che chi decide di intraprendere questa strada sia perfettamente consapevole di che cosa stia andando a fare su quell’altare.
Per questo motivo (e non per spegnere i sogni di tanti ragazze e ragazzi), abbiamo deciso di proporvi alcuni dati e fatti, provati dalle scienze sociali, che riteniamo giusto si sappiano prima di sposarsi. Per essere pienamente consapevoli che dire “sì” per la vita a un’altra persona è bello, ma è anche un impegno che merita di essere rispettato e onorato e dunque preso con piena scienza e coscienza. Naturalmente questi sono solo numeri e analisi: ogni matrimonio, poi, è una storia (ci auguriamo felice) a sé.
1 – Chi si sposa dopo i 23 anni ha meno probabilità di divorziare
Uno studio realizzato nel 2014 dalla University of Pennsylvania ha dimostrato che i soggetti che decidono di sposarsi, o anche solo convivere, intorno ai 18 anni hanno una probabilità di separarsi pari al 60 percento; per chi invece aspetta almeno i 23 anni, le probabilità si abbassano al 30 percento circa.
2 – La fase dell’ “amore puro” dura circa un anno
Secondo lo stimato psicologo della Monmouth University, Gary W. Lewandoski Jr., la fase «dell’amore appassionato e dei forti sentimenti di estasi e attrazione, oltre che quella dell’idealizzazione del proprio partner», non dura per sempre. Anzi, la durata media di questi sentimenti, secondo lo psicologo, è di un anno, comunque con numerose eccezioni.
3 – Prima o poi vi renderete conto che non siete una cosa sola
Nel momento in cui comincerà la convivenza, capirete che ognuno di voi ha priorità e bisogni diversi, anche dal proprio partner. L’esempio più banale è il disordine: ciò che per un soggetto è in disordine, spesso non lo è per un altro. Sono equilibri precari e difficili da trovare, ma che dimostrano come l’idea del “noi” s’infrange abitualmente contro l’evidenza dell’individualità.
4 – Se sarete felici per il vostro partner, avrete una relazione migliore
Diversi studi hanno dimostrato, negli anni, che le coppie che festeggiano o comunque celebrano con gioia una buona notizia per uno dei due partner (una promozione, un’assunzione, un obiettivo raggiunto) hanno una durata media molto più alta e un grado di soddisfazione migliore. Questione di empatia, condivisione e affetto.
5 – Le unioni più felici sono quelle tra migliori amici
Uno studio realizzato nel 2014 dal National Bureau of Economic Research ha dimostrato che un intenso rapporto di amicizia può causare, e dunque anche spiegare, la stretta relazione tra matrimonio e soddisfazione nella vita di coppia. Non dovete essere solo marito e moglie, quindi, ma prima di tutto amici.
6 – Il risentimento nasce nelle coppie che non fanno insieme le faccende di casa
In un sondaggio realizzato sul pubblico americano, il 60 percento degli intervistati ha affermato che prendersi cura delle faccende di casa insieme gioca un ruolo cruciale nella buona riuscita di un matrimonio. Organizzandosi e dedicando il proprio tempo alle mansioni in cui si riesce meglio, si risparmierà un sacco di tempo e l’unione sarà rafforzata dal condividere un’attività.
7 – Meno è la differenza d’età, meno è probabile che si divorzi
Uno studio della Emory University ha dimostrato che le coppie composte da due soggetti con una differenza di età di massimo 5 anni, divorziano solo nel 18 percento dei casi. Se invece la differenza di età si aggira sui 10 anni, la probabilità di divorziare si alza al 39 percento circa. Il problema non sta tanto, naturalmente, nell’età in sé, quanto nella differenza di abitudini, interessi e stili di vita. 10 anni di differenza d’età significa quasi una generazione: è normale che unioni tra persone così anagraficamente diverse possano non avere successo.