Alessia Pifferi, dal carcere una lettera: «Mia figlia mi manca, spero sia solo un brutto sogno»
Le parole della 37enne, accusata di aver lasciato morire di stenti la piccola Diana, sono state diffuse durante la trasmissione Iceberg Lombardia
«Da che mia figlia non c'è più mi sento vuota e spenta sia psicologicamente che nel cuore, mia figlia mi manca da morire e il dolore è molto forte e intenso; ogni volta che chiudo gli occhi spero che tutta questa situazione sia solo un brutto sogno e invece mi sveglio in carcere e mia figlia non c'è più. Penso di sapere solo io il dolore, la sofferenza che ho nel cuore per questa situazione, e il trauma che sto vivendo. Vorrei tanto tornare indietro se si potesse soltanto per riavere con me mia figlia».
Questo è l'estratto di una lettera scritta da Alessia Pifferi e diffusa dalla trasmissione "Iceberg Lombardia" in onda nella seta di ieri, giovedì 3 novembre, sul canale Telelombardia. La donna è in carcere dallo scorso luglio con l'accusa di omicidio aggravato dopo aver abbandonato per sei giorni la figlia Diana - di appena un anno e mezzo - facendola morire di stenti.
In questa lunga lettera, Pifferi racconta il rapporto con la figlia. «A Diana facevo cucù e ridevamo come due matte e poi dopo un po' si addormentava». Prosegue poi descrivendo la vita di tutti i giorni: «In casa avevo capito che se non si lavorava non si mangiava, ho fatto vari lavori nella mia vita anche se in nero; ma a me importava trovare dei lavori come pulizie, baby sitter, assistevo un anziano anche come compagnia, pulizie in ospedale centro tumori, assistente alla poltrona».
«Per me - prosegue la lettera - quello che conta e contava era trovare lavori onesti e umili che mi consentissero di avere soldi in tasca per fare la spesa e per mantenermi e io ogni fine settimana o ogni fine mese ero molto felice. Non sono mai stata una spendacciona grazie agli insegnamenti che ho ricevuto dalla mia famiglia. Ricordo che quando lavoravo avevo iniziato anche ad andare in vacanza da sola ed ero felicissima perché ero finanziariamente indipendente, ma in casa non doveva mancare nulla nel frigor».
Alle indagini già in corso, la scorsa settimana è andata a delinearsi l'inquietante ombra di abusi sessuali sulla piccola Diana. In una chat tra Pifferi e un uomo bergamasco di 56 anni sono emersi dei messaggi passati al setaccio dagli inquirenti: «Posso baciare anche lei?» avrebbe chiesto l'uomo alla donna, riferendosi alla bambina. «Lo farai», avrebbe risposto la madre. Per questa nuova indagine, la 37enne verrà interrogata nella giornata di oggi.