Nel ricordo del prodigio

Alla Madonna di Altino festa e processione con l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini

A Vall'Alta di Albino solenne concelebrazione all'aperto con il metropolita del capoluogo lombardo. "Una benedizione speciale per le famiglie che hanno vissuto il travaglio della pandemia"

Alla Madonna di Altino festa e processione con l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini
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di Giambattista Gherardi

Una serata di intensa preghiera, nel ricordo dei giorni dell’emergenza. Mercoledì 22 luglio si è tenuta al Santuario della Madonna di Altino, nella parrocchia di Vall’Alta di Albino, la solenne concelebrazione a ricordo del fatto prodigioso che nel 1496 cambiò per sempre la storia di questi luoghi. Pur nel rispetto delle rigide disposizioni di distanziamento, centinaia di fedeli hanno raggiunto il Santuario per assistere alla messa serale presieduta da mons. Mario Delpini, arcivescovo metropolita di Milano dal 2017. In prima fila c’erano il sindaco di Albino Fabio Terzi, le Confraternite del SS.Sacramento di Vallalta e Cene, la Confraternita della Beata Vergine del Carmine di Gandino, un rappresentante della Confraternita di Nembro.

Mons. Mario Delpini al Santuario della Madonna di Altino

La processione è stata riservata a sacerdoti e confratelli, ma un applauso spontaneo e convinto ha salutato l’arrivo sul sagrato del simulacro mariano, portato a spalla da tanti volontari, cui mons. Mario Delpini ed il parroco don Daniele Belotti hanno riservato parole di simpatico encomio. Fra i sacerdoti anche uno dei decani dei sacerdoti albinesi, il dehoniano padre Angelo Carrara.
La storia del miracolo
Le origini del Santuario di Altino risalgono ad un fatto prodigioso avvenuto in una torrida giornata del 23 Luglio 1496. Un abitante di Vall'Alta, di nome Quinto Foglia, si trovava in compagnia dei suoi due figli sulle pendici del Monte Altino (da cui il Santuario prende il nome) intento a lavorare nei boschi. La giornata era afosa, la terra riarsa per la prolungata siccità di quell'anno; frustrato per le fatiche e il caldo torrido, Quinto Foglia e i suoi due figlioletti furono presi da grandissima sete. Non sapendo che fare, con i figli che rischiavano di morire su quei boschi, Quinto Foglia si rivolse con grandissima fiducia alla Madonna perché potesse soccorrerlo in quella gravissima difficoltà. La preghiera venne esaudita, la Madonna apparve e disse a Quinto Foglia di battere con il falcetto la roccia che gli stava davanti. Miracolosamente sgorgò uno zampillo di acqua sorgiva. Il fatto prodigioso richiamò dapprima i fedeli dei dintorni e poi si diffuse in tutti i paesi vicini sino ai confini della diocesi bergamasca.

All'indomani del miracolo gli abitanti di Vall'Alta iniziarono la costruzione di una piccola cappella che, negli anni e in conseguenza dell'afflusso dei devoti, venne ampliata e modificata. Ottant'anni dopo la cappelletta era già stata inglobata sostanzialmente in una nuova costruzione; e tale rimase fino a tutto il 1800. La scena è riprodotta dal gruppo statuario dell'apparizione, che è oggetto di venerazione da parte dei fedeli. La statua della Madonna è stata incoronata il 23 Luglio del 1919 dal vescovo mons. Luigi Marelli. Il Santuario venne consacrato dal vescovo Adriano Bernareggi il 27 aprile del 1935.

Sul numero di Prima Bergamo in edicola a partire da venerdì 24 luglio un’ampia cronaca ricca di immagini fotografiche dedicate alla celebrazione.

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