Cambio di cultura

Allarme rosso: «Oggi troppi giovani girano per Bergamo con il coltello in tasca»

Il prefetto Rotondi denuncia una situazione che sta diventando insostenibile. La morte di Mamadi Tunkara è solo l'ultimo episodio

Allarme rosso: «Oggi troppi giovani girano per Bergamo con il coltello in tasca»
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di Wainer Preda

C’è troppa gente che gira col coltello in tasca a Bergamo. Gli episodi recenti di cronaca nera lo confermano. Nel delitto di venerdì scorso (3 gennaio) in centro città è stato usato un coltello. Nell’aggressione del 6 gennaio a una donna fuori da un supermarket di Seriate c’è di mezzo un coltello. L’omicidio Verzeni dell’estate scorsa è avvenuto a coltellate. E tanto per gradire, due giorni prima di via Tiraboschi, i carabinieri hanno denunciato un 36enne di origine marocchina che aveva allestito un giaciglio alla stazione autolinee in cui c’erano sette grossi coltelli da cucina e uno multiuso.

Sono alcuni esempi di quanto siano diffuse, impropriamente e pericolosamente, le armi da taglio in Bergamasca. Si tratta, a dire il vero, di un fenomeno allargato a tutto lo Stivale. Ma che sta destando forti preoccupazioni fra i cittadini.

Le forze dell’Ordine lo stanno monitorando con molta attenzione. Prima di tutto per la facilità di reperimento di simili armi. Mentre avere una pistola presuppone il porto d’armi - e in caso di violazione è previsto l’arresto -, appropriarsi di un coltello è molto più semplice: non servono autorizzazioni e esserne trovati in possesso implica solo una denuncia. Che poi va verificata con tutti i crismi del caso: che si tratti di un coltellino svizzero, di un multiuso, di uno stiletto, di un coltello a scatto e burocrazia discorrendo.

Un coltello da cucina, ovvero quello usato più di frequente, invece è acquistabile ovunque anche se, in teoria, non sarebbe consentito portarlo fuori dalla propria abitazione se non per giustificato motivo. Certo è che, nelle mani sbagliate e con un uso improprio, diventa pericoloso quanto un’arma.

Ne è stato dimostrazione fin troppo palese l’omicidio del vigilante del Carrefour che ha sconvolto la città. Un caso del tutto particolare, d’accordo. Ma (...)

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Commenti
Michele

Cosa dire dei media, passano notizie tremende, sviscerano per settimane fatti di cronaca nera, soffiano sulle braci della paura e della mancanza di protezione, una volta convinti i giovani pensano di doversi proteggere da soli. 1 +1 fa 2

Vincenzo

Negli scorsi mesi, nella zona di via Quarenghi / Bonomelli / Paglia, venditori di etnia turca erano soliti vendere mercanzia varia, ma soprattutto, coltelli. È possibile che i cittadini intuiscano certi commerci, diciamo inusuali, e le forze dell'ordine in perlustrazione, non si accorgano di nulla? Stessa cosa dicasi del commercio di cibi etnici, in violazione di qualsivoglia norma igienica e sanitaria, venduti al di fuori del civico n. 60 della predetta via, da signore di colore. I controlli dove sono? Come mai non si interviene?

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