All'asta il Nobel di Quasimodo Se volete comprarlo, leggete qui
Salvatore Quasimodo (Modica, 1901 – Napoli, 1968) non ha bisogno di presentazioni. Tra i più grandi poeti italiani del Novecento, a scuola si impara nella triade dell’Ermetismo che lo accosta (un po’ forzatamente) ad altri due grandissimi, Ungaretti e Montale. Per chi, dopo averlo malamente studiato sui banchi del liceo, lo riscopre col senno di poi, apre ferite e squarci di umanità toccanti e sempre attuali. Un’indiscutibile capacità di leggere e rendere l’acuto dell'amara realtà che gli valse, nel 1959, il premio Nobel per la Letteratura, «per la poetica liricità con cui ha saputo esprimere le tragiche esperienze umane dei nostri tempi».
Ora quel prezioso riconoscimento, consistente in una medaglia in oro 23 carati, del diametro di 66 mm e del peso di 202 grammi, che raffigura sul diritto il busto di Alfred Nobel e sul rovescio un’allegoria della musa Tersicore che suona la lira accanto a un giovane uomo, verrà battuta all’asta il prossimo 2 dicembre dalla casa d’aste torinese Bolaffi. A completare il Lotto 401, ci saranno anche l’astuccio che custodisce la medaglia, e che riporta sul coperchio - impresso in oro - il nome di Salvatore Quasimodo, la laurea che accompagna il riconoscimento e una miniatura raffigurante l’ultima terzina della poesia I Morti.
Il martelletto darà inizio all’asta alle 16.30. La base è fissata a 50mila euro e si chiuderà a un prezzo finale stimato, salvo sorprese, tra i 100mila e i 150mila euro. Si legge sul sito ufficiale della casa d'aste che «parte delle commissioni di vendita, pari a 20mila euro, sarà destinata al finanziamento di una borsa di studio per un corso di laurea triennale a Milano, a vantaggio dello studente più meritevole dell'Istituto Tecnico "A. M. Jaci" di Messina, scuola che Quasimodo frequentò prima di trasferirsi a Roma, a Firenze, e quindi a Milano, dove la sua esperienza poetica giunse a piena maturazione. Obiettivo della borsa di studio è permettere a un giovane studente di ricalcare idealmente il percorso compiuto dal Premio Nobel portando a termine, proprio grazie alla sua eredità, gli studi universitari, cosa che Quasimodo non poté fare».
[Foto Bolaffi Torino]
La medaglia, che ora appartiene al figlio di Quasimodo, è il secondo premio Nobel venduto negli ultimi dodici mesi. Lo scorso dicembre è stata battuta all’asta per circa 3 milioni di dollari la medaglia del premio Nobel James Watson, colui che nel 1953 ha scoperto la struttura a doppia elica del Dna. La decisione di mettere all’asta il cimelio di famiglia, per sanare problemi economici, ha fatto storcere il naso a molti. La speranza è che a fare l’offerta più alta tramite fax, telefono o levata di paletta (queste le tre possibilità per chi fosse interessato a partecipare) sia, almeno, un italiano.
E noi? noi ci consoleremo facendo finta di credere alle parole pronunciate dal figlio Alessandro: «La cosa che ho pensato è che mio padre il Nobel l’ha avuto, nessuno può più toglierglielo». Toglierlo no, ma comprarlo - a quanto pare - sì.