L'anno scorso lo scandalo Pezzoni

Altra bugia sulla laurea da Treviglio Ci è cascata il ministro Fedeli

Altra bugia sulla laurea da Treviglio Ci è cascata il ministro Fedeli

Neppure il tempo di giurare che già il nuovo Governo Gentiloni si trova in casa una bella gatta da pelare. Rossa, tosta e… bergamasca. Al centro delle polemiche, infatti, ci è finita il neo ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, nata a Treviglio il 29 luglio 1949. Cresciuta in provincia, «in un territorio operoso e attivo – scrive la stessa Fedeli sul suo curriculum pubblicato online -, finite le scuole mi sono trasferita a Milano». Perché si è trasferita nel capoluogo lombardo? «Per iscrivermi dove ho conseguito il diploma di laurea in Scienze Sociali, presso UNSAS». Eccola la gabola, resa nota da Dagospia grazie alla lettera di un attento lettore: il diploma di laurea in Scienze Sociali di cui parla la Fedeli, infatti, è stato istituito soltanto nel 1998 in via sperimentale a Trieste e Roma, e ufficialmente nel 2000, cioè quando il ministro era già diventato segretario nazionale del sindacato dei tessili. In altre parole, la Fedeli ha mentito: non si è mai laureata. Non proprio un bel biglietto da visita per chi è stata scelta quale massima istituzione del mondo scolastico nostrano.

 

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Naturalmente, in poche ore la notizia ha fatto il giro dei media, diventando il principale argomento di dibattito. Molti ne hanno chiesto le immediate dimissioni, altri si son limitati a battutine rassegnate. Dopo qualche ora di imbarazzante (e probabilmente imbarazzato) silenzio, è arrivata finalmente la risposta anche della stessa Fedeli. Una toppa che però non ha certo coperto il buco, anzi… «All’epoca non esisteva, ma oggi quel diploma è una laurea triennale» ha dichiarato il neo ministro, sottolineando poi come, a suo parere, gli attacchi nei suoi confronti siano soltanto strumentali: «È una polemica costruita ad arte per le mie posizioni sulle teorie gender nelle scuole e l’omosessualità». La Fedeli, infatti, fu una delle prime firmatarie della proposta di legge tesa a introdurre nelle scuole delle linee guida istruttive sul mondo della sessualità, cosa che le attirò contro le ire del popolo del Family Day, che proprio in queste ore, attraverso i suoi maggiori rappresentanti, ovvero Massimo Gandolfini e Mario Adinolfi, ne sta chiedendo a gran voce le dimissioni.

Eppure, tra le nomine fatte dal nuovo premier Paolo Gentiloni, quella della Fedeli all’Istruzione era stata una di quelle meno criticate. La fervente ex sindacalista, infatti, è definita anche dalle opposizioni una persona seria, capace di fare squadra e molto sensibile al tema delle donne. Ma la nomina di Fedeli piaceva soprattutto ai sindacati, gli stessi che invece, con l’ex ministro Giannini, avevano dato vita a una vera e propria battaglia contro la riforma “Buona Scuola”. È risaputo, infatti, che la Fedeli ne sappia ben poco di scuola, ma il suo passato da sindacalista di ferro la rende la perfetta interlocutrice di una parte che ha influito (e non poco) sulla caduta di Matteo Renzi. Non è un caso che la segretaria della Cisl, Lena Gissi, poco dopo la nomina della Fedeli abbia dichiarato: «Siamo certi che la sua intelligenza e la sua sensibilità possano contribuire, dopo una lunga stagione di disagio e tensione, a ristabilire un clima di serenità nel mondo della scuola che attende anche, attraverso il rinnovo del contratto, di vedere più giustamente riconosciuto il valore del lavoro di tutto il personale che vi opera». Tutto questo, però, prima della brutta gaffe sulla laurea.

 

 

E una reazione alla notizia è arrivata anche nella Bergamasca. Poco più di un anno fa, infatti, sempre a Treviglio, l’allora sindaco Beppe Pezzoni finiva al centro di un vero e proprio caso: il Corriere della Sera Bergamo, infatti, scoprì che il primo cittadino e professore non aveva mai conseguito la laurea. Anzi, aveva falsificato il certificato per poter accedere alla professione di insegnante. Una storia diversa, ma con il tratto in comune della bugia sulla laurea. Ed è Daniele Belotti, segretario provinciale della Lega, a sottolinearlo su Facebook: «Un anno fa il sindaco di Treviglio Beppe Pezzoni veniva linciato dai giornali e dalle opposizioni perché si era scoperto che la sua laurea non era vera. Il tempo di approvare il bilancio e dopo qualche giorno si dimise. Ora la storia si ripete con un’altra trevigliese, la neoministra all’istruzione Valeria Fedeli, che nel suo curriculum spaccia per laurea un normale diploma. Secondo voi, se un sindaco di una città di 30.000 abitanti fu costretto a dimettersi, cosa dovrebbe fare un ministro all’Istruzione, capito bene all’Istruzione? Un calcio in culo, non prima di aver chiesto scusa a tutti gli italiani. Ma che problema c’è a dire che uno è diplomato anziché laureato? Che credibilità potrà avere un simile ministro? Che figura di m…».