Altro che servizi in montagna, a Oneta chiude la materna: «Tutti a Gorno con orario ridotto». La protesta dei genitori
L'Ufficio Scolastico Provinciale decreta la chiusura del plesso ad orario intero, con iscritti dieci bambini. Per portare tutti a Gorno problemi di orario e trasporti, ma anche l'incognita del distanziamento post Covid. I genitori lanciano un'istanza: "lasciateci una speranza, la materna è la nostra storia ed il nostro futuro".
di Giambattista Gherardi
Parafrasando la storia dell’antica Roma, verrebbe da dire che la pugnalata è arrivata alle “idi di maggio”, con una lettera del 15 maggio firmata dalla dirigente dell’Istituto Comprensivo di Ponte Nossa: la Scuola dell’Infanzia di Oneta in Val Seriana deve chiudere. Una sorta di fulmine a ciel sereno per il piccolo Comune della Valle del Riso, originato da una comunicazione perentoria dell’ufficio Scolastico Provinciale.
«Questo ufficio - si legge nel decreto - ha esaminato la proposta di organico di codesta istituzione scolastica per l'a.s. 2020/21 ed ha rilevato che per il plesso di Oneta a fronte di 10 bambini è stata richiesta 1 sezione a orario normale. Tenuto conto nel contesto delle risorse assegnate e in riferimento ai parametri numerici stabiliti dal DPR 81/09 non è possibile mantenere la sezione richiesta. Pertanto per l'a.s. 2020/21 la sezione di Oneta non sarà autorizzata, ma per accogliere i bambini sarà autorizzata nel plesso di Gorno n. 1 sezione a orario ridotto».
Rispetto ai grandi numeri che ballano nella scuola italiana e nei bilanci statali, dieci bambini e un paio di maestre sono certo ben poca cosa, ma per coloro che (con non poche difficoltà) hanno comunque deciso di rimanere nel piccolo paese la delusione è totale. Le difficoltà ci sono, inutile negarselo: qui lo scorso anno non ci sono state candidature alle elezioni amministrative e a guidare il Comune è arrivato il Commissario prefettizio Giuseppe Sodano, che riceve in municipio ogni martedì pomeriggio. È però attivo il nuovo Museo etnografico, c’è la grande storia delle miniere, la Scuola dell’Infanzia è una piccola oasi di serena letizia, per non dire di speranza. Lo stabile d’epoca nel centro del paese, due insegnanti (una, Silvana Pizzamiglio, è ormai una vera e propria istituzione) e dieci bambini. Per capire quanto il risparmio e la collaborazione siano alla base della Materna, basta notare sulla facciata la tenda che riporta in evidenza il marchio de L’Eco di Bergamo. Non che all’asilo si vendano giornali, ma «ce l’hanno regalata e ne abbiamo fatto buon uso per un po’ di ombra nei giorni più soleggiati».
Le famiglie si sono da subito unite per far sentire la loro voce. Sul tavolo non c’è la “solita” rivoluzione annunciata di chi si vede privare di un servizio (e comunque ce ne sarebbe da dire rispetto alle tante belle parole che si spendono per «salvaguardare la montagna»), ma la richiesta di poter quantomeno godere di un servizio, seppur dislocato, che offra alle famiglie le stesse caratteristiche a oggi presenti ad Oneta. È innanzitutto partita un’istanza scritta, indirizzata alle pubbliche autorità: Ufficio Scolastico Provinciale, Istituto Comprensivo, Commissario Prefettizio, Presidente della Provincia, Presidente della Comunità Montana (e sindaco di Gorno) e forze politiche.
«Il Comune di Oneta – si legge - ha una popolazione di 580 abitanti distribuita su un territorio di 18 km quadrati, con molti nuclei abitativi collocati fra l'altezza minima di 720 m. e massima di 1250 m. s.l.m.; il territorio è censito come "Comune totalmente montano" con caratteristiche morfologiche particolari, assenza di attività economiche e fuori dall'asse viario principale, perciò privo di risorse finanziarie e di collegamenti accettabili, per questo classificato comune ad "alto svantaggio"». La scuola, aperta dal 1 ottobre 1957, è «una bellissima storia didattico-pedagogica, fondamentale per la crescita di tanti bambini di Oneta». A tutto questo si aggiunge che il numero di dieci bambini è tale già da alcuni anni e che la dirigente scolastica Annalisa Bonazzi aveva garantito la continuità a Oneta, segnalando invece nei mesi scorsi la chiusura della mezza sezione di Gorno. Cioè il contrario di quanto ora avviene.
In gioco insomma non ci sono solo i numeri, ma anche la logica e la logistica, considerando anche l’era post Covid. «Non era certo il momento di dare un’ulteriore mazzata alle famiglie – spiegano i genitori –, considerando che le necessarie linee di distanziamento sociale diventeranno poco applicabili con 36 bambini (26 attuali più i dieci di Oneta, ndr) nel plesso di Gorno, mentre a Oneta gli spazi sono generosi e ben strutturati. Si aggiunga il fatto che dovrebbe essere rivoluzionato il piano trasporti locali, che oggi coincide con orari e direttrici ed è svolto dalla Sab».
A Oneta, che già nel 2016 ha perso la scuola primaria, le famiglie puntano il dito anche e soprattutto per la riduzione d’orario che verrebbe automaticamente imposta, almeno a una parte di loro. Nella comunicazione dell’Istituto Comprensivo si legge infatti: «I genitori dei bambini iscritti presso la scuola dell'Infanzia di Oneta per l'anno scolastico 2020/'21, se lo vorranno potranno iscrivere i propri figli alla scuola dell'infanzia di Gorno, tenuto conto che solo alcuni potranno essere inseriti nella sezione a tempo normale (cioè fino al raggiungimento del numero massimo di 29) mentre gli altri verranno accolti nella sezione a orario ridotto. Il Consiglio d'Istituto procederà a stabilire dei criteri di precedenza».
Una sostanziale disparità, che al disagio del trasferimento aggiungerebbe un minor servizio. I genitori in definitiva chiedono di essere ascoltati, ipotizzando anche compartecipazioni alla spesa del personale Ata da parte del Comune di Gorno per garantire almeno l’orario intero a Gorno. Ma in prima istanza la richiesta è chiara: almeno per ora, la Scuola dell’Infanzia di Oneta deve continuare a vivere. E il tempo stringe: entro il 10 giugno si chiudono le iscrizioni.