In tribunale

Ampliamento della Carrara, la difesa dell’architetto accusato di falso: «Dimostrerà la sua innocenza»

Secondo l'accusa avrebbe indotto il Comune a concedere l’autorizzazione paesaggistica con un’immagine non fedele al progetto

Ampliamento della Carrara, la difesa dell’architetto accusato di falso: «Dimostrerà la sua innocenza»

L’architetto Antonio Ravalli, autore del progetto di riqualificazione dell’Accademia Carrara di Bergamo, ha ricevuto un decreto di citazione diretta a giudizio con l’accusa di aver presentato un rendering falso per ottenere l’autorizzazione paesaggistica.

Secondo la Procura di Bergamo, l’immagine allegata alla relazione tecnica – quella che avrebbe dovuto mostrare in modo realistico come sarebbe apparsa la zona dopo i lavori -, non corrispondeva alle tavole ufficiali del progetto. E questo avrebbe indotto un dirigente comunale a dare il via libera al cantiere.

L’indagine, condotta dal pm Letizia Ruggeri, nasce da un esposto presentato nel settembre 2024 dal conte Piero Piccinelli, proprietario insieme al figlio Silvio, del palazzo che si affaccia proprio di fronte alla pinacoteca.

I disegni non corrispondono

Come riporta oggi (sabato 1 novembre) il Corriere Bergamo, tutto ruota intorno a una differenza ben visibile tra progetto e rendering. Nelle tavole ufficiali, il camminamento esterno corre dritto lungo la facciata ovest della Carrara, coprendo parte delle finestre del terzo piano. Nel rendering, invece, lo stesso percorso sembra più armonioso: si abbassa gradualmente verso via della Noca e lascia libera gran parte della facciata.

Per i Piccinelli, quella discrepanza non è un dettaglio da poco. Un dettaglio solo apparentemente tecnico, ma che per i conti cambia del tutto l’impatto visivo e paesaggistico del complesso. Secondo la famiglia, infatti, quello che è stato costruito «è più grande e più invasivo di quanto autorizzato». E il risultato, dichiarano, «ha modificato l’aspetto e la percezione dell’edificio, con un impatto maggiore rispetto a quanto mostrato nella relazione paesaggistica».

«Un inganno»

Sempre secondo il Corriere, i proprietari parlano di «un grande inganno avvenuto con fondi pubblici, prima di tutto ai danni della città». E aggiungono: «L’area che doveva ospitare una caffetteria immersa nel verde è diventata una spianata di cemento a uso plateatico, con un locale privato che prende vita proprio quando la pinacoteca chiude».

Per i vicini della Carrara, insomma, la realtà costruita è ben diversa da quella promessa.

La difesa di Ravalli 

L’architetto Ravalli, che di recente ha anche ricevuto il Premio Italiano di Architettura 2025 per lo stesso progetto, dovrà andare davanti al giudice l’8 maggio 2026.

I suoi avvocati, Riccardo Bonetti e Andrea Locatelli, hanno respinto ogni accusa. «Affronterà il processo per dimostrare la sua non colpevolezza», ha dichiarato Bonetti. Lo stesso legale ha ricordato che, in una fase precedente, la Procura aveva chiesto un decreto penale di condanna, ma il gip non lo aveva accolto: «Non erano stati ritenuti sufficienti i presupposti per procedere in quella forma».

Anche il ricorso al Tar

Oltre al procedimento penale, è in corso anche un ricorso al Tar contro i titoli abilitativi e le autorizzazioni rilasciate per la riqualificazione della Carrara. «Non si parla di abuso edilizio – spiega l’avvocato Rocco Gargano, che assiste la famiglia Piccinelli -. Ma se dovesse emergere che l’autorizzazione paesaggistica è stata concessa su presupposti falsi, allora potrebbero venir meno anche i titoli abilitativi».

La questione, intanto, è arrivata anche a Palafrizzoni, dove i consiglieri di Fratelli d’Italia, Arrigo Tremaglia e Ida Tentorio, hanno chiesto chiarimenti. «Allora ci fu detto che tutto era conforme, oggi la vicenda assume contorni molto più gravi – hanno dichiarato -. La Carrara è un patrimonio della città e deve essere trattato con il massimo rispetto».

Dal Comune fanno sapere di aver appreso le notizie «solo dalla stampa» e di essere «fiduciosi nell’operato della magistratura».