Rinvio A giudizio

Annegò la convivente nell’Adda: Fumagalli a processo, rischia l’ergastolo

Il 49enne ad aprile uccise la donna, che voleva lasciarlo, facendo finire l'auto nel fiume. Aveva sospeso le cure per i suoi problemi mentali da un mese

Annegò la convivente nell’Adda: Fumagalli a processo, rischia l’ergastolo
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Il Tribunale di Bergamo ha fissato al 24 gennaio prossimo la prima udienza del processo che vede imputato Carlo Fumagalli, 49enne di Fara Gera d’Adda reo confesso dell’omicidio della moglie Romina Vento, annegata dopo che lui si era buttato con la sua Renault Megane nel fiume.

A riportarlo è oggi (giovedì 3 novembre) il Corriere Bergamo: la madre ed il fratello della compagna si sono costituiti parte civile, insieme ai figli, che attualmente hanno un tutore legale. La difesa dell’uomo è affidata all’avvocato Luca Bosisio, il quale aveva chiesto per il suo assistito il rito abbreviato, che permette di scontare fino a un terzo della pena. Tuttavia, per Fumagalli il gip Federica Gaudino ha considerato l’aggravante da ergastolo del rapporto tra marito e moglie, rinviandolo a giudizio.

Il 19 aprile scorso Fumagalli, che era in cura per depressione ed era sotto stress, ma aveva sospeso da circa un mese la terapia, era andato a prendere la moglie al pastificio dove lavorava, dando il passaggio anche ad un collega di lei. Una volta lasciato davanti casa, avevano proseguito il viaggio in macchina dove Romina aveva ribadito la sua intenzione di lasciarlo, dato che la coppia era in crisi già da tempo. A quel punto, lui si era fiondato nell’Adda con la sua auto, tenendo poi la vittima sott’acqua causandone la morte.

Secondo il pm Carmen Santoro il 49enne, pur avendo problemi mentali, in quel momento era capace di intendere e di volere. Il suo stato di agitazione, il giorno dell’omicidio, aveva preoccupato gli stessi familiari della donna, tra cui la figlia, che l’avevano chiamata al lavoro preoccupati dal comportamento del marito.

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