Anno nuovo, vecchi disservizi alle Poste: «Quota 100 sta svuotando gli uffici»
La Cisl lamenta il susseguirsi di aperture a singhiozzo, turni di chiusura improvvisi e mancate aperture programmate
Aperture a singhiozzo, turni di chiusura improvvisi e mancate aperture programmate. Verrebbe da dire anno nuovo, storia vecchia viste le difficoltà che continuano a manifestarsi nella gestione degli uffici postali in provincia di Bergamo.
La causa dei continui disservizi però non è legata al dilagare dei contagi da Covid, bensì «all’ormai cronica e sempre più preoccupante carenza del personale che costringe i dipendenti a organizzarsi come meglio possono – sottolinea Rossana Pepe, segretaria generale di Slp Cisl Bergamo -. Poste Italiane tiene chiusi gli uffici perché non ha personale a sufficienza. E la situazione è condannata a peggiorare, visto che l’accesso ai pensionamenti con “Quota 100” vedrà un’impennata delle richieste».
Le ricadute negative di questa condizione, spiegano dal sindacato delle poste di via Carnovali, coinvolgerebbero innanzitutto il personale agli sportelli. Infatti il basso numero di uffici aperti ottiene l’effetto di concentrare la clientela, con assembramenti che possono effettivamente favorire la diffusione dei contagi.
«Sono le stesse condizioni che avevamo denunciato a dicembre – aggiunge Pepe -, con l’aggravante che il turn over del personale che esce per il pensionamento è limitato al 10 per cento, e questo amplifica ogni giorno di più la gravità della situazione. Il sindacato chiede da tempo che venga ripristinata l’operatività di tutti gli uffici attraverso il potenziamento degli organici, predisponendo l’opportuna copertura».