Anselmo Sala e Mario Suardi, Albegno ha perso due colonne portanti
Sala aveva 50 anni, il virus l’ha stroncato. Aiutava il parroco con il sito e le pubblicazioni. I tanti messaggi: «Tutto il paese ti ha voluto bene». Suardi, 86 anni, era malato. «Organizzava la festa di S. Giovanni, curava le statue, le processioni». Il testimone a figlia e genero
di Monica Sorti
Due grandi lutti hanno colpito in questa settimana la comunità di Albegno. È venuto a mancare Anselmo Sala, di 50 anni. Anselmo era molto conosciuto in tutto il paese, e lo testimoniano i numerosi messaggi comparsi sotto il post di Facebook che ne annunciava la scomparsa. «Tutta Albegno ti ha voluto bene», «Una grande persona, un grande dispiacere», «Riposa in pace Anselmo, amico di tutti, persona stupenda», «Grande amico nonché compagno di lavoro. Averti conosciuto è stato per me un grande onore. Abbiamo lavorato insieme per qualche anno e mi mancheranno le nostre discussioni, che finivano poi con una pacca sulla spalla e un sorriso». Questi sono solo alcuni dei messaggi di affetto di amici e conoscenti. A questi si aggiunge il dispiacere di don Camillo, con il quale Anselmo collaborava, dato che gestiva il sito internet della parrocchia.
«Si occupava delle pubblicazioni su La Torre Campanaria, era lui che le metteva in rete. Gli passavamo i testi e Anselmo li caricava. Era anche un membro del Consiglio pastorale. Aveva la sua vita, lavorava in fabbrica, ma, nel tempo libero, per passione e per hobby si dedicava anche alla campagna. L’origine contadina della sua famiglia gli aveva trasmesso questa passione».
Dopo un periodo di malattia, è di questi giorni anche la scomparsa di Mario Suardi, 86 anni. Una colonna portante della Parrocchia di Albegno. «Con don Mario, è stato uno degli ideatori e dei promotori della Festa di San Giovanni, che organizzava insieme alla moglie e ad altri volontari - racconta don Camillo -. L’ha portata avanti per anni. Era molto attivo anche in chiesa, si occupava di mettere fuori le statue, come quella di San Biagio. Le accudiva e preparava tutte le processioni. È sempre stato molto presente e ha fatto davvero tanto per la nostra parrocchia».
Don Camillo racconta che lui lo conosceva solo da quattro anni e che, all'epoca, Mario era già un po’ sofferente. Ma quando lo si chiamava, era sempre disponibile per qualsiasi cosa. «Quando si è ammalato più seriamente si è poi ritirato, ma ha sempre aiutato, ha sempre dato dei pareri, dei consigli su cosa fare, anche quando era impossibilitato a uscire e a essere presente fisicamente. Aveva anche una memoria di ferro, si ricordava tutto delle feste e i percorsi delle diverse processioni. Era proprio una colonna portante della nostra parrocchia».
Mario aveva passato il testimone di queste sue attività al genero e alla figlia, entrambi tuttora molto impegnati in parrocchia. La moglie Teresa, la figlia Nadia, il genero Ubaldo e la nipote Marta lo salutano così: «Ti ricorderemo sempre per la tua dolcezza, per la tua umiltà, per i tuoi sorrisi e per le buone parole che avevi nei confronti di tutti. Sei il nostro angelo».