Arrestata banda di spacciatori della Valtellina, uno fermato a Boltiere. Nelle foto in posa come gangster
Due gang avevano stretto un'alleanza e si erano spartite le zone tra Caiolo, Postalesio e Bema. Nei guai anche i gregari del posto
Durante le indagini, nel fascicolo sono finite anche delle foto in cui si atteggiavano da veri e propri gangster, in posa mentre mostravano mazzette di soldi. Arrestate 21 persone, tra italiani e marocchini, sospettati di far parte di una banda dedita allo spaccio di droga nei boschi della Valtellina. Tra di loro, anche un trentenne nordafricano che, pur frequentando la provincia di Sondrio, si appoggiava anche a un'abitazione di Boltiere, dove la Polizia di Bergamo lo ha poi trovato nel pomeriggio di ieri (mercoledì 27 settembre). A riportare la vicenda sono i colleghi di PrimaLaValtellina.
Lo spaccio in Bassa Valle
Gli indagati agivano in particolare nelle zone della Bassa Valle tra Caiolo, Postalesio e Bema. Tra questi, quindici sono finiti in carcere, mentre i restanti sei sono agli arresti domiciliari. Le accuse nei loro confronti, da parte della Procura, sono di detenzione illecita, trasporto e cessione di sostanze stupefacenti.
L’esecuzione delle misure è avvenuta contestualmente in diverse regioni d’Italia con la collaborazione del Settore Polizia di Frontiera di Tirano e delle Squadre Mobili di Milano, Verona, Bergamo, Varese, Pavia, Sassari e Siracusa. Durante l'attività investigativa, sono stati arrestati quattro di loro in flagranza di reato e gli agenti hanno sequestrato denaro e in tutto due chili di droga tra cocaina, eroina e hashish.
«Il fenomeno dello spaccio nei boschi - ha spiegato il procuratore capo di Sondrio Pietro Basilone - è diventato negli anni preoccupante per la sua estensione nel territorio valtellinese, in particolare nella Bassa Valle, e per le difficoltà di investigarlo dovute all'accortezza dei responsabili, favoriti dalle caratteristiche dei luoghi».
La spartizione del territorio
L'indagine, iniziata a marzo 2023, ha ricostruito la composizione della gang e i collegamenti tra loro, così come i canali di approvvigionamento. Per farlo, si è dovuto ricorrere anche ad appostamenti e pedinamenti in varie zone della Lombardia. Molto difficili le intercettazioni, dato che i criminali ricorrevano a continui cambi di utenza per i cellulari, ovviamente tutte intestate a soggetti fittizi.
Gli spacciatori si erano anche spartiti le zone d'azione: un gruppo si era preso quella di Caiolo, l'altra di Bema e le due gang avevano stretto un'alleanza per offrirsi supporto, oltre che per rifornire l'altra nel caso fosse rimasta a corto di merce illegale. Frequenti gli spostamenti da una località all'altra tramite degli autisti e le forze dell'ordine hanno anche scoperto che, in diversi casi, gli spacciatori delle due bande partivano insieme da Milano alla volta del Sondriese.
Individuati anche i gregari
Coinvolti nell'indagine anche vari individui che fornivano appoggio ai pusher, come gli autisti e coloro che nascondevano droga, denaro e strumenti per lo spaccio. In cambio, ricevevano soldi oppure stupefacenti. Ma c'era anche chi offriva loro riparo, oppure gli portava le sostanze per tagliare la droga o cibo, come pizze, kebab, birra e addirittura dello champagne. Molti di loro sono valtellinesi, che conoscevano il territorio e mettevano le loro risorse a disposizione dei delinquenti.
Chiuse le indagini alla fine di quest'estate, il gip ha autorizzato le misure di custodia cautelare richieste dalla Procura e, nella fase esecutiva da parte degli agenti della Squadra mobile di Sondrio, sono stati arrestati in flagranza di reato di tre soggetti, di cui due estranei alle ordinanze diramate dai giudici, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.