Truffa fantasiosa

Assegni falsi (di un ufficio postale inesistente) per comprare auto: una delle vittime è di Clusone

A processo un 45enne campano, che avrebbe fornito carta d'identità e documenti falsi, creando pure una falsa pagina web

Assegni falsi (di un ufficio postale inesistente) per comprare auto: una delle vittime è di Clusone
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Sembrava la storia di un altro truffatore in trasferta, invece stavolta è venuto fuori che, per raggirare le sue vittime, avrebbe usato uno stratagemma davvero originale.

In tribunale, per tre truffe compiute nel Nord Italia, di cui una nella nostra provincia, ci è finito un 45enne campano, che si era addirittura inventato un falso ufficio postale.

Comprava auto con assegni falsi

L'imputato, originario di Torre del Greco, come riportato oggi (martedì 15 ottobre) da L'Eco di Bergamo, nel 2018 usando un'identità e dei documenti falsi avrebbe finto di voler acquistare auto usate, rispondendo a degli annunci su internet. Tuttavia, attraverso un assegno circolare postale fasullo, in pratica sarebbe riuscito a dileguarsi con il veicolo senza aver pagato. In Aula ieri (lunedì 14 ottobre) c'era una delle vittime bergamasche, residente a Clusone, che ha raccontato di come fosse stato contattato dall'uomo dopo aver pubblicato un annuncio per la vendita della sua Bmw.

Era d'accordo che si sarebbero trovati alla stazione di Bergamo e lì si erano incontrati, con il partenopeo a presentarsi come tale Luigi Mantovani, un personaggio in realtà inesistente. Avrebbe chiesto al clusonese se poteva pagare quest'ultimo il passaggio di proprietà all'Aci, fornendo per l'operazione un documento d'identità e un codice fiscale falsi.

L'ufficio postale che non esisteva

La somma per l'automobile, invece, avrebbe finto di versarla tramite un falso assegno circolare postale, non trasferibile. Quando si sono recati alla banca del venditore, l'impiegato ha notato qualcosa di strano e ha telefonato all'ufficio postale indicato, la cui sede si sarebbe dovuta trovare a Longana, nel Ravennate.

Quello che il bancario e il bergamasco non potevano sapere è che la pagina web sulla quale era indicato il contatto, in realtà, era stata creato ad hoc e non esisteva in realtà alcun ufficio postale: la chiamata è stata deviata su un secondo numero, al quale ha risposto un complice, mai identificato, spacciandosi per un impiegato, che avrebbe confermato la validità dell'assegno.

Nonostante gli avessero detto che era avvenuta l'emissione, però, il giorno dopo i 53mila euro concordati non erano ancora sul conto, così la vittima era andata a sporgere denuncia. L'altra truffa è avvenuta a Rivolta d'Adda il 17 dicembre, dove il soggetto era sparito con un'auto da 52mila euro, e due giorni dopo, il 19 dicembre, a Cuneo dove la macchina costava invece 48.500 euro. La prossima udienza si terrà il 19 dicembre.

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