Assenza di un piano pandemico, per la Procura di Bergamo c'è stata «tanta improvvisazione»
I magistrati sono al lavoro per accertare se scelte inopportune e mancate decisioni siano alla base di un così elevato numero di morti nel nostro Paese
Con il passare dei giorni appare sempre più evidente che l’Italia si è trovata ad affrontare l’emergenza Covid senza un piano pandemico aggiornato. Quello del 2017, infatti, non sarebbe che una copia del piano antinfluenzale del 2006. Una condizione che avrebbe esposto il nostro paese a una situazione di totale impreparazione. Per il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani, quest’ultimo, pare un dato acquisito tanto che sulle colonne del Corriere della Sera dice di aver rilevato «tanta improvvisazione». La procura, come è noto, ha infatti aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di epidemia colposa, allo scopo di appurare se la gestione dell’emergenza sanitaria sia stata adeguata o se, al contrario, scelte inopportune e mancate decisioni siano alla base di un così elevato numero di morti nel nostro Paese.
I magistrati vogliono capire soprattutto come è stato possibile che la scorsa primavera in questa zona ci sia stato il numero più alto di malati e vittime. Proprio in merito al piano pandemico la procura di Bergamo è al lavoro per verificare se la sua assenza possa rappresentare un’omissione in atti d’ufficio e, se così fosse, le carte di questa parte dell’inchiesta dovrebbero essere necessariamente trasferite per competenza alla procura di Roma.