Chi è Attila, che flagella l'Italia (e regala panorami bellissimi)
[Foto di Michele Sana]
Giovedì 23 ottobre il vento a Bergamo «ha fatto segnare 145 km/orari a Capanna 2000, alle 4 del mattino, e un’ora dopo ben 80 km/orari anche a Valcava, da dove il vento del Nord è dilagato sulla pianura, turbando gli ultimi sonni dei riposi più sensibili». Così scrive, su L’Eco di Bergamo (pag. 30), Roberto Regazzoni, a fianco di un paio di articoli dedicati ai danni del forte vento: pioppi sradicati a Treviglio, abeti caduti a Valbondione.
Nessuna sorpresa, il vento del nord era previsto, e non ha mancato all’appuntamento. Allerte sono scattate in tutta Italia, in particolare un secondo livello (su scala di tre) di rischio idrogeologico e idraulico è stato valutato per Marche, Abruzzo, Molise, Puglia settentrionale e Sicilia e Calabria tirreniche. Situazione preoccupante anche per la provincia di Torino, dove la tramontana ha divelto tegole e alberi; per l’Emilia-Romagna, dove non si escludono danni alle abitazioni, ai moli e agli stabilimenti balneari; per Lecco, dove due turisti tedeschi hanno rischiato la vita in barca; per la Sardegna, dove un violento maestrale ha creato onde alte fino a 17 metri. Saltano intanto i collegamenti per le isole (dall’Elba a Capraia), mentre le grandi città sono piegate da forti raffiche. Intanto, si moltiplicano le chiamate ai vigili del fuoco su tutto il territorio nazionale.
Del resto, il vortice si chiama Attila, come il celebre sovrano unno che, nel V secolo dopo Cristo, invase due volte i Balcani, cinse d'assedio Costantinopoli, marciò attraverso la Francia spingendosi fino ad Aurelianum, scacciò da Ravenna l'imperatore Valentiniano III. E si guadagnò il soprannome di «flagello di Dio». Così, pure questo vento, che flagella l’Italia da un paio di giorni e che viene dal nord (è artico), somiglia quasi a un ciclone: del resto, è una costola sopravvissuta di un uragano dall’esotico nome Gonzalo, che ha provocato 3 morti e gravissimi danni nelle Isole Britanniche martedì 21. E dovrebbe – appunto - portare la “devastazione” del freddo in tutta Italia, a partire dai prossimi giorni. Dovrebbe, perché, forse, l’anticiclone delle Azzorre che si sta spingendo di nuovo verso il Centro Europa, potrebbe contrastare i venti che spirano da Nord-Est. Ad ogni modo, dopo un inizio di autunno particolarmente mite e relativamente privo di precipitazioni, sono state spalancate le porte (è il caso di dirlo) alla stagione più fredda.
Nei prossimi giorni, il vorticoso Attila sarà accompagnato da una pressione minima soprattutto su basso Adriatico e Balcani, e il maltempo insisterà soprattutto sulle zone adriatiche e appenniniche. Venerdì, da bravo rapidissimo conquistador, dovrebbe spostarsi verso il mar Ionio, provocando forti instabilità su Puglia e basso Tirreno. Brusco il calo delle temperature.
L’unica cosa bella? Il cielo chiarissimo e, sotto, panorami incredibili. Uno su tutti: Milano a portata di mano, a guardarla da Città Alta.