In manette

Avevano dato fuoco al locale rivale della movida bergamasca: arrestate sei persone

Ma non sarebbe l'unico illecito: sui soggetti pendono anche altri reati, tra cui rapina estorsione e sequestro di persona

Avevano dato fuoco al locale rivale della movida bergamasca: arrestate sei persone
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Si è conclusa con carcere, arresti domiciliari e obbligo di dimora nei confronti di due persone l'indagine portata avanti dal Comando Provinciale Carabinieri di Bergamo e avviata dopo due incendi ai danni di un locale della movida bergamasca.

Il movente, come riporta Corriere Bergamo, sarebbe riconducibile a «illecita concorrenza» da parte del titolare di un locale "rivale", un pakistano che aiutato da alcuni amici di origine albanese e brasiliana avrebbe appiccato i roghi per garantirsi più clientela.

Gli inquirenti hanno inoltre indagato (e accertato) episodi di violenza avvenuti proprio nella discoteca del pakistano. Vittime delle aggressioni, eseguite dal personale di sicurezza, gli avventori del locale che filmavano gli episodi con i propri telefonini, minacciando azioni legali. I telefoni di questi testimoni, poi, venivano rubati e i proprietari costretti a eliminare tutte le prove. Si è arrivato perfino a dare fuoco alle loro automobili.

Anche rapina, estorsione e sequestro di persona

I sei indagati, monitorati dalle forze dell'ordine, sarebbero anche gli autori di un tentativo di rapina in una villa e di una rapina aggravata ai danni di un esercizio pubblico, risalente al 2019. Perquisiti, gli agenti hanno ritrovato tra i loro averi uno scooter (sequestrato, probabilmente utilizzato per dare fuoco al locale rivale) e altri oggetti, tra cui un tirapugni, spray urticante, pistola a salve (senza tappo rosso), passamontagna, ricetrasmittenti e anche documenti falsi validi per l'espatrio nell'Unione Europea.

Il Tribunale di Bergamo ha eseguito un'ordinanza nei confronti dei sei indagati per diversi reati: incendio, danneggiamento seguito da incendio, rapina, estorsione, sequestro di persona, minacce, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. Per due è stato disposto il carcere, per uno gli arresti domiciliari e per altri tre l'obbligo di dimora.

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