Il torneo con 600 persone: le scuse (sincere e dignitose) della società sportiva di Azzano
La manifestazione avrebbe dovuto coinvolgere la metà delle squadre e senza il pubblico: «Abbiamo sbagliato? Pagheremo, ma no alla gogna»
di Laura Ceresoli
Dopo lo sfogo del sindaco di Azzano San Paolo, Lucio De Luca, in merito all'affollato torneo di calcio che sabato 8 agosto ha radunato al campo sportivo di via Stezzano oltre 600 persone tra atleti e tifosi, mettendo a repentaglio le norme anti-contagio, ora a dire la sua è Luca Schiavi, presidente dell'Asd Azzano Fiorente Grassobbio.
«La nostra associazione sportiva, a cui il Comune ha dato in gestione il centro, si è limitata ad affittare il campo per un semplice torneo di calcio che avrebbe dovuto coinvolgere la metà delle squadre poi presentatesi e senza la partecipazione di pubblico - scrive in un lungo comunicato sui pubblicato sui social -. Siamo sicuramente colpevoli di aver sottovalutato la situazione, ma questo è avvenuto in assoluta buona fede. Al sopraggiungere di questa moltitudine di persone, anche noi ci siamo fortemente preoccupati e abbiamo invitato più volte gli organizzatori a prendere gli opportuni provvedimenti minacciando di revocare l’autorizzazione. Ma a quel punto l’annullamento del torneo avrebbe potuto ingenerare altri problemi. Le stesse forze dell’ordine hanno ritenuto di aspettare che la maggior parte delle squadre finissero la fase a gironi e cominciassero ad andarsene per diminuire le persone presenti prima di chiudere il torneo».
Nonostante il sindaco De Luca abbia parlato di «risse, porte sfondate e immondizia abbandonata per il campo», il presidente Schiavi ha voluto precisare che «non si è verificato alcun danno alle strutture e i ragazzi che hanno organizzato il torneo sono tornati a pulire anche i piazzali dei parcheggi oltre che l’area a verde del centro sportivo».
«Non sono solito intervenire sui social - conclude Schiavi - e non mi annovero tra i cristiani senza colpa cui questi canali di comunicazione hanno reso più facile scagliare post invece che pietre, non dovendo nemmeno guardare in faccia il giudeo condannato a morte per alzata di like. Pubblico questo unico post, cui non seguiranno repliche, a tutela dell’associazione che rappresento e delle tante persone, lavoratori dipendenti o volontari, che tutti i giorni prestano parte del proprio tempo per promuovere l’attività sportiva di oltre 250 ragazzi. Abbiamo sbagliato? Pagheremo. Non ci siamo mai sottratti alle nostre responsabilità. Ma certamente non prenderemo mai parte alle gogne mediatiche nei confronti di chi potesse umanamente compiere un errore».