La banda dei matrimoni falsi

È il grande problema del traffico internazionale di droga: la cittadinanza. Il punto di vista, naturalmente, è quello del criminale, il quale nel momento in cui intende trasportare una massiccia dose di stupefacenti da un Paese all’altro si trova di fronte a due possibilità: fare tutto di nascosto e in gran segreto, con l’elevata probabilità di essere scoperto, oppure servirsi di persone dotate della cittadinanza del Paese destinatario del carico. Si intuisce però come non sia così facile trovare persone di un altro Stato disposte a collaborare nel traffico internazionale della droga. La cosa migliore è dunque avere alcuni dei propri uomini che possano legittimamente dichiararsi cittadini del tal Paese, così da poter muoversi in libertà nei territori in questione. Come arrivare a tale “ottimale” situazione? Una delle risposte possibili è: organizzare matrimoni combinati.
Tutto quanto appena detto non è certo la trama dell’ultimo romanzo poliziesco di Stephen King, bensì l’illuminante trovata di un gruppo di marocchini dediti al traffico transfrontaliero di stupefacenti e, collateralmente, all’organizzazione di matrimoni che nel giro di una quarantina di giorni avrebbero visto il proprio capolinea, con buona pace di entrambi i coniugi, entrambi perfettamente consci e consenzienti della durata lampo del loro sodalizio.
L’inizio delle indagini. Questa grande e complessa macchina non sarebbe mai stata scoperta se nel novembre del 2013 l’unità antidroga dei Carabinieri di Busto Arsizio, provincia di Varese, non avesse arrestato Iounes Marraki, marocchino, e Giuseppe Ciancio, napoletano, rei di essere i gestori di un importante giro di spaccio di stupefacenti che si diramava fra il Marocco e l’Italia. I due, col tempo, hanno cominciato a confessare cose particolarmente interessanti, forse addirittura ridicole a sentirsi, ma infine rivelatesi come incredibilmente vere: esisteva infatti un giro di matrimoni, in tutto e per tutto legittimi, ma con la data di scadenza già prefissata, e che avevano l’unico scopo di fornire la cittadinanza italiana a giovani marocchini e offrire qualche migliaio di euro a donne italiane disposte a prendere parte al “gioco”.
Una perfetta organizzazione. I matrimoni in questione erano pensati alla perfezione. Il gruppo forniva allo sposo e alla sposa un servizio che nemmeno i migliori wedding planner sulla piazza, con tutto compreso: pubblicazioni, sala nozze in Comune, testimoni (pagati 200 euro), pubblico, ristorante, festa di matrimonio, fotografie, un appartamento per poter fornire una residenza (ne esistevano almeno cinque adibiti esclusivamente a questo), il nulla osta dal consolato. Naturalmente, né lo sposo né la sposa avevano la minima intenzione di rimanere realmente legati l’uno con l’altra, e infatti erano previsti anche i soldi e l’avvocato per poter divorziare: 1.500 euro per il servizio di separazione, che iniziava in genere dopo 40 giorni. in questo modo, alla donna venivano sborsati circa 3.500 euro (si trattava solitamente di tossicodipendenti o persone con importanti problemi economici) per il servizio reso, mentre il gruppo poteva disporre di un nuovo elemento in tutto e per tutto cittadino italiano, che attraverso l’attività di spaccio avrebbe permesso guadagni ben più lauti. Ferno, Lonate Pozzolo, Busto Arsizio ma anche Vercelli e Torino i luoghi dove queste unioni venivano celebrate da funzionari comunali ignari di tutto.
Ma tutta questa pazzesca organizzazione è stata sgominata: diversi i chili di droga sequestrati e ben 33 i matrimoni combinati accertati (che presto saranno invalidati), mentre altri 20 sono sotto osservazione; 23 le ordinanze eseguite, delle quali 18 hanno portato ad un’incarcerazione, mentre su 94 persone ancora a piede libero pende una denuncia. I reati contestati vanno dall'associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina, al traffico internazionale di stupefacenti fino ad altri reati satellite.