Un appello inatteso

Beppe Grillo contro l'omeopatia

Beppe Grillo contro l'omeopatia
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«Chiediamo la sospensione della vendita presso le farmacie italiane di prodotti senza che ne sia stata scientificamente comprovata l'efficacia». Si conclude così l’inatteso appello di Ferragosto di Beppe Grillo per bloccare la vendita di prodotti omeopatici nelle farmacie: non creiamo confusione nella testa della gente, equiparando prodotti affidabili con altri assimilabili a pratiche seni magiche. Com’è suo stile il guru dei 5stelle non usa parole sfumate. Il suo è un vero e proprio affondo senza “se” e senza “ma”. «Senza permettermi un giudizio definitivo», scrive Grillo nel suo blog, «l'omeopatia è stata più volte messa in discussione, sino a ripetuti quanto implacabili verdetti di inefficacia e inopportunità. Questo sia per quanto concerne la validità come opzione terapeutica che per la possibilità di un ritardo nell'approccio adeguato. Ritardo che potrebbe essere causato proprio dall'abuso di prodotti così a rischio di inefficacia e che, pur essendo in vendita in molte farmacie, farmaci non possono essere definiti».

 

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Grillo con questa sua uscita rilancia una polemica che era stata accesa da Silvio Garattini, direttore dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Garattini aveva polemizzato contro la legge che regola il commercio dei rimedi omeopatici. «Si tratta di una norma contraddittoria che alimenta la confusione», aveva spiegato. «Vi si prescrive che sulla documentazione di accompagnamento deve “essere stampigliata in modo visibile” che non vi è “evidenza scientificamente provata dell’efficacia del medicinale omeopatico”. Poi però allo stesso tempo si stabilisce che i prodotti omeopatici possono essere venduti solo in farmacia, su prescrizione medica o su indicazione del farmacista, consentendo in tal modo l’affermarsi di una convinzione di efficacia, salvo poi negarne il rimborso da parte del Servizio Sanitario Nazionale, ma al contempo permettendone la deducibilità fiscale del costo». Insomma una grande confusione che poi ha una ricaduta nei cittadini.

 

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E come spesso accade dietro questa confusione si annidano strategie di mercato. Lo dimostra un recente libro di Lorenzo Moja. Secondo il suo studio il mercato omeopatico oscillerebbe tra i 250 e i 400 milioni di euro, poca cosa se confrontata con la spesa farmaceutica complessiva (26,6 miliardi di euro nel 2014), che però risulta vicino al 5 per cento in proporzione alla spesa per i farmaci non rimborsabili pagati direttamente dai cittadini (8,16 miliardi di euro). «È chiaro che ci sono interessi economici con cui chi governa deve fare i conti, ma non dovrebbero prevalere quando parliamo di salute pubblica», ha commentato Garattini.

Il quale ributta la palla nel campo di Grillo: la campagna a favore dell’omeopatia spesso va braccetto con quella di chi è contrario ai vaccini. Per coerenza quindi bisognerebbe che il fondatore dei 5stelle dicesse qualcosa di “scientifico” anche su questo... «È il profilo di una mentalità antiscientifica che si sta ben delineando nel nostro Paese», ha detto più volte Garattini. «La discussione con cui si mette in dubbio l’efficacia delle vaccinazioni nega che queste hanno cambiato la vita della nostra società». Grillo che ne dice?

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