Bergamasco cerca di entrare nella villa di Berlusconi ad Arcore al grido di «papà, papà»
Si tratta di un 48enne, consulente gestionale, che non si è fermato all'alt dei carabinieri. In passato è stato in cura da uno psichiatra
I carabinieri del servizio di sicurezza di Monza sono intervenuti subito, quando si sono accorti che a bordo della sua Bmw X2 nera non si era fermato all'alt ed aveva proseguito la sua marcia, entrando in uno dei vialetti che portano sul retro della magione di Arcore. Sì, proprio villa San Martino, quella di Silvio Berlusconi, nei cui giardini lo scorso mercoledì 29 aprile c'è stata agitazione per un uomo che ha tentato di entrare, urlando «Papà, papà».
Come racconta PrimaMonza, si trattava di un 48enne, di origine trentina ma residente qui in Bergamasca, che in passato era stato in cura da uno psichiatra e che ha tentato di forzare il posto di blocco dei militari dell'Arma. Sosteneva che il Cavaliere fosse suo padre ed ha tentato di attirare la sua attenzione pensando che fosse nella residenza, senza sapere che, in realtà, si trovava ancora al San Raffaele di Milano.
Nel corso del parapiglia tra lui ed i carabinieri, che hanno tentato di fermarlo, uno dei due è stato scaraventato a terra e si è fatto male al ginocchio, riportando un trauma con quattro giorni di prognosi. Il soggetto, incensurato, è stato quindi arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Nella giornata di oggi (giovedì 27 aprile) è stato processato per direttissima al Tribunale di Monza: davanti al giudice ha detto di essere un consulente gestionale e che abitava a Bergamo, ma poi si è avvalso della facoltà di non rispondere in merito alle accuse contestate.
La procura ha chiesto la convalida dell'arresto e la custodia cautelare ai domiciliari in attesa del processo, mentre la difesa ha chiesto che l'imputato fosse sottoposto al solo divieto di dimora ad Arcore. Si attende la decisione del giudice.