Il ricordo

Bonomelli fu l'inventore della Casa del commiato mobile, costruita sul rimorchio di un tir

L'imprenditore narcotizzato e ucciso è stato attivissimo in più campi. Riportiamo parte dell'ultima intervista al Giornale di Treviglio

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Era un piccolo impero quello fondato da Angelo Bonomelli. Un impero che da Trescore Balneario arrivava alla Bassa bergamasca dove da anni, tra Romano e Fontanella, l’imprenditore ucciso lunedì ad Entratico era conosciutissimo. Poliedrico e attivissimo in diversi campi, dalle onoranze funebri al primo soccorso, dalle luminarie al mondo del benessere, aveva anche fatto notizia, nel 2014.

Tra le sue più recenti invenzioni imprenditoriali, oltre al rilancio delle Terme di Trescore, ci infatti fu quella della Casa del commiato mobile di Romano. Bonomelli scombinò non poco le carte nell'ingessato mondo delle onoranze funebri quando presentò in città il suo primo rivoluzionario prototipo.

Costruita sul bilico di un Tir, la Casa del commiato mobile si poteva spostare, trainata da una motrice, per essere allestita ovunque. Obiettivo, venire incontro alle tante famiglie che, quando hanno un lutto, non hanno a disposizione spazi sufficienti, nella propria casa, per organizzare una camera ardente dignitosa. Nel progetto investì 600mila euro, realizzando due esemplari brevettati, unici in Europa.

«Mi piace inventare, scoprire cose nuove»

Già all'epoca, intervistato dal Giornale di Treviglio, spiegava che il suo interesse principale erano ormai diventati la naturopatia e il mondo del benessere. «Noi veniamo dalla terra e siamo quello che mangiamo - spiegava, intervistato, confessando una naturale antipatia per dottori e ospedali e raccontando dei suoi due attacchi cardiaci - Per questo il mio prossimo progetto sarà un residence per anziani sviluppato sulle teorie della medicina naturale».

E le pompe funebri? «Beh, andranno avanti con mio figlio - spiegava - Io sono così, non sono fatto per il tran-tran dei funerali. Mi piace inventare, scoprire cose nuove... Sono sempre stato così».

E davvero andò così, fin da quando cominciò, quarant’anni fa, come trasportatore in Val Cavallina. Poi vennero le ambulanze. «Avevo comprato una Peugeot 404 dal titolare di un negozio di alimentari - ricordava - Presi dei materassi, una sirena, un lampeggiante, e cominciai a fare un servizio di trasporto per i malati».

A Treviglio macinò chilometri con le ambulanze della Croce bianca, che all’epoca aveva sede nei pressi dell’attuale liceo Weil. Poi l’attività si trasferì a Romano, in vicolo San Giorgio, dove continuò ancora per anni effettuando il servizio di Primo soccorso verso l’ospedale cittadino, il Santissima Trinità.

La svolta con Villa Ortensie

Le pompe funebri, ora gestite dal figlio Emanuele, sono poi diventate la sua attività principale per anni. Da Trescore Balneario aprì nuove agenzie con lo stesso marchio a Calcinate, Chiuduno, Fontanella, Seriate e Romano. Ma tra le tantissime attività per le quali era noto nella Bassa, c’è anche quella di fornitore delle luci natalizie di diversi Comuni: ogni Natale, a Romano, era lui ad occuparsi degli addobbi pubblici.

Nel mondo del benessere era arrivato negli anni Ottanta, quando aveva acquistato Villa Ortensie. Un’ex porcilaia di Sant’Omobono, in Valle Imagna, che aveva deciso di trasformare in un centro termale di lusso. E proprio per rilanciare le sue Terme aveva incontrato lunedì questi fantomatici social media manager, che avrebbero dovuto proporgli un progetto di rilancio sui social network della struttura dopo gli anni del Covid, durante i quali aveva chiuso i battenti.

Lascia il figlio Emanuele, e due figlie: Michela, consigliera comunale di Trescore, e Cristina.

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