Il macabro ritrovamento

Borno, cadavere di donna tagliato in 15 pezzi da una mano esperta

Gli inquirenti pensano che il corpo sia stato conservato al freddo, forse in un congelatore, e poi lasciato sulla strada in alcuni sacchi

Borno, cadavere di donna tagliato in 15 pezzi da una mano esperta
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Le comunità delle valli sono sconvolte, dopo il ritrovamento avvenuto nella serata di sabato 19 marzo scorso, a Paline di Borno, ai lati della strada che collega la Val Camonica con la Val di Scalve (vicino i paesi di Azzone e Dezzo di Scalve), al confine tra Bergamo e Brescia, di un cadavere fatto a pezzi e nascosto in quattro sacchi. A fare la macabra scoperta un anziano 70enne nel tardo pomeriggio: aveva visto una mano che sbucava da quello che pensava fosse l’ennesimo mucchio di rifiuti, abbandonato lì da persone poco civili, così avvicinandosi e aprendo uno dei sacchi c’era stata la macabra scoperta.

Subito allertate le forze dell’ordine, le indagini sono partite immediatamente dallo scorso fine settimana con un’inchiesta per omicidio. Il corpo non ha ancora un nome, ma sembra ormai accertato si tratti di una donna, sebbene non siano finora note agli inquirenti denunce di scomparsa nelle due province lombarde interessate dal rinvenimento, quindi potrebbe essere stata uccisa in un’altra parte d’Italia e poi abbandonata in un luogo lontano da dove è avvenuto il fatto. Ad occuparsi dell’inchiesta è il pubblico ministero Lorena Ghibaudo della Procura di Brescia, che ha disposto l’autopsia effettuata agli Spedali Civili di Brescia dalla dottoressa Nicoletta Cerri, con l’obiettivo di dare un nome alla vittima e stabilire la data del decesso.

Due informazioni difficili finora da ottenere, dato che il corpo sarebbe stato conservato, secondo le prime ipotesi, per un lungo periodo di tempo in un ambiente freddo, forse una cella frigorifera o un congelatore e solo in un secondo momento abbandonato a bordo strada. Inoltre, il volto sarebbe stato bruciato, sempre probabilmente per ostacolarne l’identificazione da parte delle autorità. Nessun risultato dalle impronte digitali, mentre è stato prelevato anche un campione di dna.

Ormai accertato che si tratti di una donna, tra i 35 e i 50 anni, carnagione chiara e capelli scuri di media lunghezza, smalto viola sulle unghie. A sezionarla, secondo quanto riportato da varie testate, sarebbe stata una mano esperta, che ha diviso il corpo in quindici pezzi, poi nascosti in sacchi lasciati lungo la strada che collega le due aree montane. Nel giro di poche settimane, le piante infestanti avrebbero coperto tutto, rendendo difficile il loro avvistamento da parte delle macchine di passaggio, comunque abituate a vedere in quel tratto i rifiuti abbandonati da alcuni residenti. L’intento dell’assassino poteva essere proprio quello di occultare i resti con l’aiuto della vegetazione.

Nel corso del sopralluogo i carabinieri della compagnia di Breno e i vigili del Fuoco hanno prelevato materiale presente nella scarpata dove erano stati gettati i sacchi. Sarà analizzato per valutare eventuale compatibilità con il caso. Si tratta di un'area, tra rovi e arbusti, diventata nel tempo una sorta di discarica a cielo aperto. «Tra qualche settimana quei sacchi non si sarebbero nemmeno più visti tanto sta crescendo la vegetazione» dice chi abita nella frazione di Borno, che conta in tutto 75 residenti. Difficile che qualcuno abbia visto il colpevole, dato che di notte la zona è poco frequentata e l’oscurità permette di passare inosservato a chi non vuole farsi notare.

Nel frattempo, chi indaga sta controllando le targhe dei veicoli passati sotto i portali elettronici nella zona di Borno.

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