Bramani: un nome, una certezza Intervista al sindaco di Dalmine
Ancora non si è abituato al suo nuovo ruolo: «Quando mi chiamano sindaco, mi giro a guardare se c’è qualcuno dietro di me». Scherza Francesco Bramani, il nuovo primo cittadino di Dalmine, ma confessa: «È una bella sensazione». In Comune ci è andato subito, il giorno dopo la sua elezione e anche quelli a seguire, per prendere confidenza con il nuovo ambiente e il nuovo ruolo: «Mi sono voluto presentare ai dipendenti comunali, alle persone con le quali lavorerò nei prossimi cinque anni, è una delle prime cose che ho reputato giusto fare». Suo padre Antonio, primo sindaco leghista di Dalmine, quando ha saputo della vittoria si è commosso: «Come naturale che sia per un padre. La mia famiglia mi ha molto sostenuto in questi mesi, non mi ha mai fatto pressioni, mi ha sempre incoraggiato senza esporsi».
Un commento politico su queste amministrative?
«Mi aspettavo che finisse con così poco scarto. Ho vinto per 169 voti, in linea con il primo turno, ma il ballottaggio è stato al cardiopalmo, un continuo rincorrersi sezione dopo sezione, fino al’ultimo».
La maggior parte dei dalminesi però non si è recata alle urne.
«L’astensionismo fa sempre male. Io ho cercato di far leva sul senso civico delle persone, sulle loro coscienze, ma è indubbio che ci sia una disaffezione dei cittadini nei confronti della politica. Cercherò di coinvolgere maggiormente i dalminesi nella vita della loro città».
Come?
«Creando maggiori occasioni di condivisione, di confronto. Mi viene in mente ad esempio la Festa di Mezza Estate, una sorta di...