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Brescia, altro neonato deceduto Ma tra i casi non c’è relazione

Brescia, altro neonato deceduto Ma tra i casi non c’è relazione
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Nuovo decesso all’interno del reparto di Terapia Intensiva Neonatale degli Spedali Civili di Brescia. La direzione dell’ospedale rimarca la sua vicinanza al dolore della famiglia, ma anche che non vi sono relazioni con gli scorsi episodi epidemici. Ne parla BresciaSettegiorni.

Il caso. Il piccolo Sherif Mohamed Cisse, ricoverato in reparto nei primi giorni di dicembre a 25,5 settimane e con peso di 880 grammi, è deceduto lunedì nel primo pomeriggio. «Il suo quadro clinico – afferma la direzione aziendali degli Spedali Civili – era di grave ed estesa sofferenza intestinale, che ha avuto un evoluzione fulminante». I curanti hanno discusso con i genitori l’opportunità dell’autopsia, in quanto prassi di ogni evento di morte neonatale, così come è prassi darne notizia alla Direzione dell’Ospedale. In accordo con i clinici, pur non essendoci motivi che potessero far pensare ad una malagestione del reparto, la Direzione del Civile ha successivamente informato l’Autorità Giudiziaria, allo scopo di perseguire la massima trasparenza e responsabilità, e per non dare ulteriore adito al clamore di questi mesi.

Nessuna emergenza. L’avvenimento però, assicurano i medici, non ha niente a che fare con gli accadimenti delle scorse settimane, né tanto meno con il focolaio epidemico che ha coinvolto il reparto la scorsa estate. «Il solo legame – affermano – è dato da quanto accomuna tutti i piccoli pazienti accolti in Terapia Intensiva Neonatale, vale a dire la fragilità, talora estrema, dei neonati prematuri, la sopravvivenza dei quali, anche per poche settimane, è frutto delle competenze e delle tecnologie disponibili, presenti nella Tin e nell’Ospedale dei Bambini».

Dolore che si aggiunge ad altro dolore. Ci sono ben tre precedenti recenti: le morti di Christian, Marco e Nicole, i tre bimbi prematuri scomparsi in una settimana lo scorso gennaio. Decessi che avevano fatto scattare un’inchiesta da parte della procura di Brescia - fascicolo aperto per omicidio colposo - nonostante l’ospedale abbia fin da subito specificato che non fossero «riconducibili ad una medesima causa e non fossero la conseguenza un focolaio epidemico». Anche la madre e il papà del piccolo Sherif Mohamed ora chiedono chiarezza: si sono già mossi perché venga eseguita l'autopsia sul corpino e perché venga accertata l'eventuale legame dell'infezione contratta dal loro figlioletto con quelle che hanno portato alla morte gli altri tre neonati, vicini di culla termica tra dicembre e gennaio.

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