Il brutto effetto del polline sui voti (ovvero, gli allergici faticano di più)
Tempo di esami per gli studenti italiani chiamati dalla metà di giugno a sostenere le prove Invalsi di terza media o quelle di maturità. Ma per alcuni di loro i test potrebbero presentare una difficoltà in più: i pollini. I quali sarebbero potenzialmente in grado di influenzare la prestazione, abbassando cioè i livelli di concentrazione, e dunque di rendimento, a discapito anche del punteggio finale. È quanto emerge da una ricerca condotta dalla Norwegian university of science and technology di Trondheim, pubblicata sulla rivista Journal of Health Economics.
I nemici pollini. I pollini non sono nemici solo del naso e delle alte vie respiratorie, ma anche dei voti e delle performance scolastiche di qualsiasi natura e di qualsiasi materia. Quale relazione ci sarebbe tra i due fattori? Pare molto stretta, almeno per gli alunni, grandi e piccoli, predisposti a sviluppare allergie in tutto l‘arco della stagione pollinica, oggi sempre più lunga. La tipica sintomatologia che affligge con starnuti, naso che cola, lacrimazione, occhi gonfi e rossi avrebbe sensibili ripercussioni anche sul rendimento scolastico. Ovvero, questo malessere generale in termini di studio si tradurrebbe in livelli e capacità di concentrazione e attenzione più ridotti a svantaggio di una minore agilità mentale, talvolta responsabile di un voto finale inferiore rispetto alle proprie possibilità e alle ore di impegno e studio. Lo avrebbe evidenziato una ricerca norvegese, condotta fra ragazzi delle scuole superiori, impegnati nei test finali del quadriennio 2008-2011.
I risultati dello studio. Ebbene, nei ragazzi allergici e nelle giornate più pesanti, quelle in cui la concentrazione di pollini superava i 20 grani per metro cubo d'aria, il rendimento calava. Raffrontando questo parametro con i voti ottenuti nelle varie prove è stato possibile stimare che l'allergene era causa di un abbassamento del voto medio di 2.5 punti percentuali. Partendo da questo dato, successivi calcoli hanno poi consentito di ipotizzare che uno studente su dieci, quello interessato da allergia, era la vittima già predestinata a ricevere una depenalizzazione del voto finale. Complice non la scarsa preparazione, bensì gli effetti collaterali sugli aspetti cognitivi del nemico polline.
In conclusione. Si potrebbe dire che è un peccato che le prove finali di un ciclo scolastico così come gli esami di accesso a facoltà universitarie ad esempio avvengono in un momento stagionale critico per gli allergici, poiché secondo i ricercatori potrebbero essere svantaggiati rispetto ai compagni non sensibili agli allergeni volanti. Insomma i pollini potrebbero avere un impatto importante oltre che sulla salute, data la cronicità del problema, anche su aspetti socio-economici, quale causa potenziale di sensibili differenze nelle opportunità di studio e nella produttività lavorativa.