Buone notizie e un po' di speranza dal Papa Giovanni. Gallera: «Vicini alla svolta»
Sono giorni difficili, lo sappiamo bene. Bergamo continua a essere nell'occhio del ciclone Coronavirus, 2.150 casi circa di pazienti positivi in tutta la provincia su un totale di 8.725 casi in Lombardia. E proprio perché le cattive notizie, ahinoi, passano principalmente da qui, anche le buone, fortunatamente, toccano Bergamo.
Un filo di speranza, un lumino in fondo al tunnel: è questo ciò di cui abbiamo bisogno. E ieri sera, 12 marzo, il dottor Luca Lorini, direttore dell’Unità di Anestesia e rianimazione 2 dell'ospedale Papa Giovanni, intervistato dal Tg1, ha accesso questa fioca luce dichiarando che «per la prima volta il numero dei pazienti ricoverati è stato inferiore a quello dei dimessi». Una notizia importante, che si spera non sia figlia del caso ma il primo risultato delle misure restrittive attuate da Governo e Regione, che nel nostro territorio sono iniziate ben prima di mercoledì 11 sera, quando il premier Conte ha annunciato il "lockdown" completo su tutto il territorio italiano.
Lorini, com'è giusto che sia, è stato molto lucido nella sua analisi: «In Terapia intensiva in questo momento abbiamo 100 posti letto, 80 dei quali dedicati al Covid-19. Il sistema sanitario lombardo si è mosso come un’orchestra. La piena di malati è arrivata, ma sono arrivate anche le attrezzature e ne arriveranno ancora. Dall’inizio dell’emergenza, oggi (12 marzo, ndr) per la prima volta a Bergamo si ha un numero di pazienti inferiore a quelli che dimettiamo. Ma è estremamente importante che nessuno incontri nessuno, la gente deve continuare a fare questo sforzo. Stiamo facendo uno sforzo massimo, come un ciclista ben preparato siamo in grado di reggere la salita. Questa è una battaglia che possiamo vincere».
Il dottore del Papa Giovanni, però, non è l'unico a regalare speranza. Anche l'assessore al Welfare regionale, Giulio Gallera, stamattina (13 marzo) ai microfoni di Agorà, trasmissione di Rai3, ha infatti provato a infondere ottimismo: «La crescita che registriamo è costante ma non esponenziale in questo ultimi giorni. Questo può essere un primo segno. Certo, gli effetti li vedremo tra una decina di giorni, però... Se resistiamo otto giorni, io penso che arriviamo a una svolta». Ovviamente, però, è fondamentale non abbassare la guardia: «A Codogno, all’interno di quella famosa zona rossa, la crescita è ormai quasi pari a zero. Quindi c’è una strada e un modello. Sforziamoci tutti. Le temperature stanno diventando miti, ma non usciamo. Stiamo a casa anche se c’è il sole! Sabato scorso la situazione era agghiacciante, con gente nei parchi e per strada».