Cade l’accusa di sequestro di persona per Simba la Rue, che comunque è ai domiciliari
Il giugno scorso il rapper avrebbe sequestrato il rivale Baby Touché a Milano insieme a dei complici
Cade l’accusa di sequestro di persona per Simba La Rue, che lo scorso 9 giugno avrebbe rapito a Milano, con l’aiuto di alcuni complici, il rapper rivale Baby Touche, innescando una faida che avrebbe portato in seguito al suo accoltellamento a Treviolo.
Un guaio in meno a cui pensare per Simba, che comunque si trova ai domiciliari per una rapina e la sparatoria avvenuta sempre nella città meneghina in corso Como. Ciò è stato possibile per via dell’entrata in vigore, dal 30 dicembre 2022, della legge Cartabia che rende perseguibili certi reati solo dopo la presentazione di una querela. Tra i crimini nell’elenco, oltre alle lesioni personali stradali gravi o gravissime ed al furto aggravato, c’è anche il sequestro di persona semplice.
Touche era stato accerchiato in via Boifava, picchiato e poi caricato su un’auto, dove gli erano state scattate delle foto: il suo viso tumefatto era stato poi pubblicato, per deriderlo, sul suo stesso profilo social. Due ore dopo, il nemico di sempre era stato abbandonato per strada a Calolziocorte, in provincia di Lecco. Queste le dinamiche che avrebbero poi innescato il desiderio di vendetta nella fazione rivale, culminato nel piano, con la complicità della ragazza di Simba, la bergamasca Barbara Boscali, di tendergli un agguato dopo un loro appuntamento in un parcheggio.
Al di là di questi risvolti sanguinosi, la vittima del rapimento non ha poi voluto sporgere querela, dichiarandosi pienamente risarcito dei danni: di conseguenza, non sarà più indagato né La Rue né tantomeno i presunti spalleggiatori, ovvero il manager Chakib Mounir, oltre a Ndiaga Faye e Pape Ousmane Loup. Il problema quindi non si aggiungerà a quelli in cui si trovano già gli attori principali di questa storia del sottobosco rap, fatta di crimini ed intrighi.