Giallo di Mapello, il cugino fa scena muta all'interrogatorio. Manca ancora il movente
Ivano Perico, 61 anni, era vicino di casa della vittima. Non ha risposto alle domande dei magistrati e rimane in carcere
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Ivano Perico, 61 anni, cugino di secondo grado di Stefania Rota per il cui omicidio è stato arrestato nella giornata di sabato 13 maggio scorso. L'uomo, che ora si trova in carcere, ha quindi scelto di rimanere in silenzio nel corso dell'interrogatorio di garanzia, davanti al gip Massimiliano Magliacani ed il pm Letizia Ruggeri, mentre era affiancato dalla sua legale Stefania Battistelli.
L'accusa nei suoi confronti, come riportato oggi (martedì 16 maggio) da L'Eco di Bergamo, è appunto di omicidio volontario: gli inquirenti ritengono che abbia ucciso la 62enne, che oltre a essere parente era anche sua vicina di casa, e in seguito cercato di sviare le indagini, raccontando storie alle amiche che erano venute a cercarla a casa, dicendo che era fuori per lavoro. Il sospetto di chi indaga è inoltre che Perico, per depistare la gente in paese, abbia spostato diverse volte la Ford Fiesta blu della donna, parcheggiandola in posti diversi come l'area di via Foscolo a Mapello e un vicino parcheggio ad Ambivere.
Gli indizi contro l'arrestato
A far convergere i sospetti sul cugino sarebbe stata la corrispondenza tra il percorso della macchina, tracciato dal Gps che si trovava a bordo, e la zona delle celle telefoniche a cui si era agganciato il suo cellulare. Si deve però considerare anche il contenuto del diario personale di Stefania: a quanto sembra, era stato compilato quotidianamente fino all'11 febbraio scorso, quando le annotazioni si erano interrotte all'improvviso. Questo perché, secondo gli ultimi referti, la data della morte sarebbe proprio quella, dopo che l'evento era stato retrodatato da una rivalutazione degli esperti. In quelle pagine, la vittima aveva fatto capire di temere Ivano, anche se il motivo non sarebbe stato specificato.
Il rogo allo studio tecnico
In ogni caso, sono ancora diversi i punti oscuri sulla vicenda. In macchina, quando si trovava nel parcheggio di via Foscolo, dei curiosi che si erano avvicinati per controllare avevano notato all'interno una tanica di benzina, con un maglione sopra e vicino una busta della spesa. Oggetti che poi, quando i carabinieri avevano ritrovato il veicolo il 21 aprile, erano spariti.
Il 3 marzo precedente, quando in teoria il decesso era già avvenuto, accadde un episodio in paese che forse non c'entra col caso, ma ha dei dettagli che fanno riflettere. Come riportato dal Corriere Bergamo, un uomo descritto come sulla sessantina e zoppicante, con una tanica di benzina, aveva appiccato un rogo alla vetrina di uno studio tecnico, facendo poi scoppiare la vetrina per il calore, per poi allontanarsi in fretta. Il titolare conosceva Stefania, ma ha negato ci potesse essere un qualche collegamento tra i due episodi, ovvero quello della morte della signora e dell'incendio. Quella sera, però, una vicina ha affermato di aver visto una luce accesa in casa della vittima.
Manca ancora il movente
Del resto, non è ancora chiaro perché l'arrestato abbia ucciso la cugina, se effettivamente l'ha uccisa lui. Gli inquirenti propendono per motivazioni economiche, anche se si sta ancora cercando di capire se avessero disaccordi su proprietà in comune o questioni simili. La scena muta dell'uomo oggi non ha permesso di scoprire altro, adesso sta agli investigatori trovare il movente.