Ultimo processo

Caso telecabina di Foppolo, chiesti cinque anni di carcere per Sergio Lima

L'imprenditore bresciano coinvolto nell'appalto truccato. Richiesti anche mille euro di multa e un milione e mezzo di euro da confiscare

Caso telecabina di Foppolo, chiesti cinque anni di carcere per Sergio Lima
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La maxi inchiesta di Foppolo volge, dopo anni, verso una conclusione. Dopo la pena definitiva per l'ex sindaco Beppe Berera, ora in carcere, l'ultimo processo ha visto protagonista Sergio Lima: imprenditore 65enne bresciano, ritenuto dal pm Guido Schininà coinvolto nell'appalto (truccato) per quella che doveva essere la nuova telecabina. Per lui, sono stati chiesti cinque anni, mille euro di multa e un milione e mezzo di euro da confiscare. Il massimo della pena.

Uno «spreco di denaro pubblico»

Come riporta Corriere Bergamo, in aula il pm ha innanzitutto ricostruito il rapporto tra Lima e Berera: a presentare i due l'ex coimputato Carlo Contini e l'avvocato Stefano Zonca. Proprio a Zonca, sostiene di aver pagato una falsa consulenza, una sorta di "acconto" che gli consentisse di assicurare gli incarichi della sua impresa, la Snowstar.

Poi si è arrivati al nodo telecabina. Il progetto era stato bloccato nel 2016, per problemi finanziari della Brembo Super Ski. Poi, nel 2016, l'incendio che avrebbe permesso di ricevere fondi pubblici. È a quel punto che entra in gioco nuovamente Lima, che si informa - stando alle parole del pm - sull'intera procedura di appalto, indicando anche le società da invitare e dettando le tempistiche del cantiere.

Proibitive, come ha spiegato l'avvocato di parte civile (Marialaura Andreucci), un modo per escludere gli altri partecipanti al bando. Anche Regione Lombardia è parte civile, rappresentata dall'avvocato Antonella Forloni che ha parlato di Foppolo definendola uno «spreco di denaro pubblico». Per Lima l'accusa è di turbativa d'asta, sovrapponibile a quella dell'amico Berera: l'unica contestazione, riporta il quotidiano, che non sarebbe andata in prescrizione, a causa della recidiva reiterata dell'imprenditore.

Per gli altri sei imputati - l'avvocato Antonio Ditto, i fratelli Andrea e Giovanni Semperboni e l'ex vicesindaco di Carona Mauro Arioli - si è chiesto di non procedere. Eccezion fatta per l'ex sindaco di Carona, Gianalberto Bianchi, e l'ex direttore Vittorio Salusso, per cui è stata chiesta assoluzione con formula dubitativa per alcune delle accuse.

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