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L'ultima ricchezza del Parma fallito I suoi giovani in semifinale scudetto

L'ultima ricchezza del Parma fallito I suoi giovani in semifinale scudetto
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Prima o poi tutto finisce, ma è dura accettarlo quando la colpa è dei debiti. Ancora una volta, dopo gli anni di Tanzi, il Parma è fallito. Non giocherà nemmeno la Serie B, e così sfuma pure l'ultima speranza di restare aggrappati al calcio che conta. È stato un anno lunghissimo, pieno di colpi di scena, un anno in cui predoni di ogni tipo hanno cercato di arraffare il più possibile. Oggi il club gialloblù chiude bottega: le due cordate (quelle dell'americano Mike Piazza e di Giuseppe Corrado) hanno fatto dietrofront. Troppi debiti, troppi contratti da onorare (circa 200 giocatori). Sono scaduti i termini per una proposta concreta, servivano 22 milioni e 400mila euro per coprire il debito sportivo e giocare almeno nella serie cadetta. Ora il Parma può ripartire dalla Serie D. Ma attenzione: ci vuole un finanziatore che versi un milione tondo tondo.

 

festa parma

 

I giovanissimi in semifinale. Nel frattempo, un altro Parma resiste e gioca. È quello dei Giovanissimi Nazionali che ieri (domenica 21 giugno) si sono guadagnati l'accesso alla semifinale per la conquista dello scudetto. Quando a Parma era saltato fuori il casino, anche il settore giovanile ne ha fatto le spese. Era febbraio. I ragazzi di Maurizio Neri, il loro allenatore, avevano partecipato alla Nike Cup, un torneo giovanile molto prestigioso. Le partite si giocavano in provincia di Pescara, e come facciamo? Con il fallimento e le spese da sostenere non c'era più nemmeno il pullman per portare i ragazzi. Dovettero chiedere un passaggio all'Inter. Una volta lì, quelli del Parma avevano battuto la Juventus arrivando addirittura in semifinale. Avversario? L'Inter. Niente sconti da parte dei nerazzurri, però, che avevano vinto senza tanti problemi. Per il ritorno, gli organizzatori del torneo avevano messo a disposizione un mezzo.

 

manenti parma

 

Torino, Bologna, Genoa... L'avventura di questo piccola zattera gialloblù non era finita lì. A giugno i Giovanissimi del Parma hanno battuto il Torino, conquistando così l'accesso alle final eight, cioè il torneo con le migliori otto squadre d'Italia per decidere chi vince lo scudetto. Dopo aver battuto il Bologna all'esordio, il Parma ha vinto anche contro il Genoa (4-1) e adesso sono in semifinale del torneo. Sarà durissima, ci sono il Milan, l'Inter e tutte le più forti squadre d'Italia. «Non è stato facile giocare con questa situazione», ha detto Neri, l'allenatore, «ma posso dire che i miei ragazzi ci sono riusciti con la serietà e la professionalità». Adesso dovranno aspettare di conoscere l'avversario, ma ormai ci credono. I Giovanissimi vogliono vincere per un'intera città. Problema: dopo il fallimento la regola vieterebbe di giocare. È intervenuta la Curatela inviando una mail al presidente federale Tavecchio per chiedere una deroga («che riterremmo ampiamente giustificata») e lasciare che i ragazzini chiudano la stagione.

 

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Un po' di speranza. Neri è arrivato ai 50. Negli anni Ottanta e Novanta giocava con Maradona e Gascogne. Ha vinto una Uefa, segnato molti gol. Ha giocato pure con un giovane Pirlo, al Brescia. Neri portava i capelli lunghi e una barba da renegade. Oggi è un uomo ordinato. Non prende lo stipendio da agosto, ma non importa: ha deciso di arrivare in fondo. Una volta, al Corriere della Sera, ha detto: «Sono orgoglioso, si parla di favola o incubo Parma ma quando il pallone rotola sul prato noi siamo uguali agli altri. Spesso, pure più forti». Sul sito ufficiale del Parma la notizia in apertura è una lapide, quella del fallimento. La seconda è una speranza: quella dei Giovanissimi in semifinale. Dietro questo successo si nasconde un senso profondo, un insegnamento, la metafora che sarà anche di chi lo ama (come dice la pubblicità) ma è soprattutto di chi lo gioca. Se sono ragazzini, poi, è ancora meglio.

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