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«Cerco case per ricevere profughi» Un esperimento contro il razzismo

«Cerco case per ricevere profughi» Un esperimento contro il razzismo
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Un post (palesemente creato per provocare) che ha scatenato l’ira degli internauti. È questo l’esperimento del covese Diego Risolia, che con un semplice click ha voluto testare il pensiero comune circa la questione dei richiedenti asilo. Inutile dire che il post ha sollevato un polverone.

«Sto cercando appartamenti sfitti per ricevere profughi… disposto a pagare bene». È questo il contenuto del post apparso mercoledì 6 settembre sulla pagina Facebook «Sei di Seriate se…». Apparsa la richiesta, il web si è scatenato contro Risolia. L’esperimento è quindi riuscito. L’obiettivo era, infatti, capire quanto la questione profughi incidesse nella vita delle persone. Ma il risultato per Risolia è stato alquanto «spaventoso». «Ho deciso di fare questo piccolo esperimento – ha detto – perché odio ogni forma di razzismo e discriminazione. Ciò è dovuto alla mia storia personale. Vengo da una famiglia di migranti. Mia mamma è di Salerno. Stiamo assistendo alla stessa discriminazione, che negli anni ’70 c’era nei confronti dei meridionali. Mio padre era sudamericano, mio zio ha sposato una donna portoghese e un altro una polacca. Nella mia esperienza personale ho capito che i colori della pelle non creano problemi. Quelli nascono quando si è limitati mentalmente». Di tutto ciò, ne è emerso di certo una realtà che resta vera, anche se parziale. Quei commenti non possono essere la cartina tornasole di un’intera comunità. «Eppure ciò che ho letto è spaventoso – continua Risolia – si parla addirittura di forni e chi l’ha scritto è una maestra».

 

 

Risolia già in passato aveva fatto altri test di questo tipo, in gruppo di paesi del sud Italia, dove ha potuto constatare che «l’accoglienza meridionale è un mito. Forse lì i commenti erano ancora più duri» ha specificato il covese. La scelta di Seriate è nata per una casualità. Anche se, forse, il sindaco leghista Cristian Vezzoli non ha apprezzato la provocazione. A smontare l’esperimento ci ha pensato un altro sindaco lumbard, il covese Andrea Capelletti, che ha risposto fuoco al fuoco, con un altro post su Facebook. «Colleghi di Seriate mi segnalano che un nostro concittadino – è scritto nel post – è in procinto di aprire una nuova attività sul posto, di questi tempi molto proficua e redditizia… Auguri al nostro concittadino. Non credo però che l’amico sindaco sia altrettanto favorevole». Risolia comunque non teme gli «attacchi» leghisti. «Sono convinto – ha concluso – che il razzismo vada fermato e che l’apertura mentale sia l’unica soluzione».

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