«Mi scuso ma sono cleptomane: rubare qualcosa è più forte di me»

Da anni, come attestano alcune cartelle mediche, è affetta da cleptomania. Quando scattano determinati impulsi, non riesce a frenarsi. Si reca in un negozio e si appropria di qualunque cosa la soddisfi, non necessariamente merce di valore: in un’occasione si è impadronita di tre sottobicchieri. È la drammatica storia di una cittadina romena di 66 anni, emersa nel corso di un processo per direttissima che si è celebrato in tribunale. La donna, residente in un comune lacustre bergamasco, sposata con un uomo del posto, mamma di tre figli, precedenti per furto, è finita in manette dopo che si è introdotta al Coin di via Spaventa e ne è uscita con tre abiti femminili, del valore complessivo di cinquecento euro.
Tutto è iniziato alle 14 di un pomeriggio assolato e caldissimo. La 66enne, in preda ad uno dei suoi attacchi di cleptomania, è entrata al Coin, come se fosse una normale cliente, si è diretta verso il reparto femminile, si è aggirata per un po’ tra gli scaffali, come se dovesse scegliere un capo d’abbigliamento, quindi ha arraffato tre vestiti e li ha infilati nel borsone che aveva con sé e che in precedenza aveva provveduto a schermare con dell’alluminio. Poi ha imboccato l’uscita, passando per il varco riservato a chi non effettua acquisti. Nonostante l’accorgimento della carta d’alluminio a schermare la borsa, però, è suonato l’allarme antitaccheggio. La donna non si è fermata ed è schizzata in fretta e furia verso l’uscita, inseguita da un addetto alla sorveglianza interna del Coin, un immigrato di colore. Quest’ultimo le ha intimato di fermarsi e l’ha afferrata per una spalla. Ma prima di riuscire a bloccarla, è stato insultato e morso a una mano.
Una volta fermata, la romena è stata consegnata ai poliziotti di un equipaggio dell’Ufficio Volanti della Questura di via Noli, avvertiti di quanto era accaduto da un altro vigilante dell’esercizio commerciale. «Mi dispiace per quello che è successo - ha detto la donna durante il processo per direttissima -. Ma quando mi prendono questi attacchi, non sono in grado di fermarmi, devo rubare qualcosa. È più forte di me. Il morso al sorvegliante del Coin? Mi sono spaventata: mi sono trovata di fronte un uomo di colore che cercava di fermarmi mettendomi le mani addosso e istintivamente ho reagito in quel modo. Gli chiedo scusa, anche perché stava facendo solo il suo lavoro». Al termine dell'udienza di convalida, il giudice ha concesso alla romena gli arresti domiciliari nella sua abitazione.