Chiuso il centro di accoglienza di Padre Zanotti alla Cascina Fenatica
Sono stati tutti trasferiti tutti i richiedenti asilo presenti nel Centro d’accoglienza gestito dalla coop Terra promessa a Fontanella
Sono stati tutti trasferiti tutti i richiedenti asilo presenti presso il Centro d’accoglienza gestito dalla cooperativa "Terra promessa" a Fontanella. La chiusura arriva a poche settimane dall'esplosione della crisi legata alla cooperativa fondata da padre Antonio Zanotti, coinvolta in una vicenda giudiziaria che ha portato il fondatore a una condanna per malversazioni nella gestione dei fondi per i migranti.
La chiusura
La struttura è stata smantellata nei giorni scorsi, come scrive PrimaTreviglio. Lo ha reso noto il Comune, in una nota. I richiedenti asilo ospitati alla Cascina Fenatica sono stati trasferiti il centro di accoglienza, aperto ormai dal 2017, chiuso. “Da oltre un anno - ha detto Mauro Brambilla sindaco di Fontanella - con il supporto anche di altri sindaci del territorio, a seguito della notizia apparsa sugli organi di stampa e relativa alle indagini riguardanti la cooperativa sociale “Terra Promessa”, che gestisce diverse strutture per migranti, e che hanno portato a una condanna per truffa aggravata ai danni dello Stato dei vertici della coop, chiedevo con insistenza la chiusura del centro. Non appena emersa l’inchiesta della Procura avevo immediatamente inviato una lettera al Prefetto di Bergamo Enrico Ricci per chiedere in via cautelativa la revoca del contratto d’appalto in essere per la gestione dei richiedenti asilo e la chiusura immediata del centro di accoglienza”.
Le indagini, le condanne e la crisi
Il filone d’indagine che aveva portato alla condanna dei vertici della cooperativa Rinnovamento tra cui padre Antonio Zanotti era del resto iniziato proprio dalla Cascina Fenatica. Il 20 settembre 2017 un profugo ventenne proveniente dalla Sierra Leone e ospite della cascina Fenatica aveva chiuso un’operatrice 26enne del centro d’accoglienza «Terra Promessa» in un bagno della cascina. Qui, l’aveva picchiata e aveva tentato di stuprarla. Fu salvata da altri due richiedenti asilo, ospiti della stessa struttura.
Le cooperative inoltre versano in condizioni di crisi economica: dall'inizio della vicenda giudiziaria sulla gestione dei fondi pubblici per l'accoglienza, le autorità avevano congelato i beni finanziari delle cooperative. Le cooperative dell'universo di Oasi7, di cui Terra promessa faceva parte, avevano tuttavia continuato ad erogare servizi, soprattutto quelli assistenziali. Prestazioni che richiedono risorse, come il personale e beni materiali per essere garantiti ogni giorno. Una situazione che col passare del tempo ha portato ad accumulare debiti verso i fornitori e ad aggravare i bilanci delle organizzazioni.
La soddisfazione del sindaco
“Più volte, negli anni scorsi – continua Brambilla - come Lega avevamo denunciato l’operato di una realtà che negli anni ha riempito i paesi della pianura di richiedenti asilo oltre ad aver presentato con i parlamentari Daniele Belotti, Cristian Invernizzi e Simona Pergreffi, che ringrazio, diverse interrogazioni al Ministro dell’’Interno, è organizzato presidi sul territorio sia a Fontanella che ad Antegnate dove ha sede la cooperativa. Ci siamo presi accuse di razzismo e xenofobia - ribadisce Brambilla - solo perché parlavamo di speculazione e guadagni facili. Le nostre richieste, proprio come quelle che da sindaco ho indirizzato al Prefetto, sono sempre state di buonsenso e soprattutto espressione di una diffusa volontà da parte dei miei concittadini. Ora, visto quello che è emerso negli ultimi anni, posso dire che non eravamo fuori strada. Finalmente questa triste pagina, almeno a Fontanella - sottolinea il sindaco - si è conclusa con la vittoria del buonsenso”.