Cosa dicono i sindacati

E se ci fosse scuola anche d'estate? La richiesta dei genitori al ministro

E se ci fosse scuola anche d'estate? La richiesta dei genitori al ministro
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Finite le lezioni, non è detto che debba finire anche la scuola. Sul tavolo del ministro Valeria Fedeli sono arrivate migliaia di richieste da tutta Italia, firmate da associazioni genitori, perché finalmente si decida a risolvere un paradosso: al netto delle settimane di esami, i 42mila edifici scolastici italiani restano chiusi ogni anno per due mesi, luglio e agosto. Un patrimonio di spazi che resta inutilizzato a dispetto di un bisogno sempre più impellente delle famiglie, che devono conciliare il calendario delle scuole con il calendario del lavoro. Per sistemare i figli si rincorrono le varie proposte estive in particolare degli oratori (un vero salvagente!) o dei Comuni (quando hanno qualcosa da proporre) o di enti privati (a caro prezzo).

 

 

Per questo il ministro Fedeli questa volta ha deciso di fare sul serio, là dove i suoi predecessori hanno invano tentato, scontrandosi ovviamente con problemi di carattere sindacale. Una prima bozza del piano potrebbe essere pronta subito dopo l’estate per essere annunciata ufficialmente all’inizio del prossimo anno scolastico. Le associazioni hanno svelato di essere state contattate dagli esperti ministeriali per un incontro da tenersi una volta il piano sia stato sbozzato.

Già la riforma della Buona Scuola aveva messo sul tavolo il tema dell'estensione dell’orario di apertura degli istituti, in particolare durante l’anno, per attivare corsi di ogni tipo e far sì che le proposte formative potessero essere fonte di reddito per le singole scuole. Molte infatti si sono attivate, organizzando corsi di lingue per genitori stranieri, o mettendo a disposizione fuori orario biblioteca e palestra. Negli stessi criteri edilizi delle nuove scuole il Ministero ha suggerito di prevedere spazi degli edifici, a cominciare dalle biblioteche, che siano a disposizione del territorio e che quindi abbiano orari di apertura ben più ampi del semplice orario scolastico.

 

 

Ora il ministro Fedeli è chiamata ad affrontare il tema dell’apertura ulteriore nei mesi estivi. Un tentativo che già l’allora ministro Rutelli aveva fatto nel 1997. Come ha spiegato al quotidiano La Stampa Mario Rusconi, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi, «quel provvedimento fu una delle solite grandi dichiarazioni di intenti e professioni di fede rimaste senza contenuti. I bidelli lavorano in estate, gli addetti alla segreteria e i presidi anche. Per garantire una vera assistenza agli studenti sarebbe necessario rimodulare l’orario di servizio degli insegnanti e prevedere un impiego dei giovani precari».

Resta il nodo dei sindacati, che, per bocca di un rappresentante della Uil scuola, hanno messo subito le mani avanti facendo le distinzioni tra compito formativo della scuola (quello svolto con le lezioni durante l’anno) e compito assistenziale che invece non è scritto da nessuna parte che la scuola debba svolgere. Come dire, se volete tenerle aperte cercate altro personale. In realtà le associazioni genitori in molte casi si sono dette disposte di farsi carico della gestione delle aperture estive e qualche esperienza pilota è già stata tentata. Chissà se il primo luglio del 2018 assisteremo al miracolo di qualche portone aperto e di scuole che non vanno in letargo per due mesi?

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