il numero è più che raddoppiato negli ultimi dieci anni

I cinghiali ormai pascolano in città Fermateli. Sono fuori controllo

I cinghiali ormai pascolano in città Fermateli. Sono fuori controllo
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Il cinghiale trotterella tranquillo al centro di una strada di Torino. È arrivato fino alle Molinette e un automobilista, che ovviamente non crede ai suoi occhi, lo filma da dietro e manda poi il video alla Stampa, che lo mette sul suo sito. Un cinghiale in centro città per ora è per fortuna un fenomeno ancora raro. Ma è il segnale della crescita fuori controllo di questi animali che devastano le campagne e sono un grave pericolo per chi circola per le strade isolate o che passano in mezzo a boschi o radure. In Lombardia, ad esempio, solo nel 2018 si sono verificati 180 schianti a causa di questi animali. Non stupisce quindi che, secondo una indagine realizzata da Coldiretti/Ixè, tre italiani su quattro considerino la fauna selvatica un pericolo per la circolazione. A livello nazionale negli ultimi dieci anni i cinghiali sono più che raddoppiati, raggiungendo i due milioni di esemplari. Una proliferazione senza freni che sta mettendo a rischio anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali, distruggendo nidi di uccelli e tane degli altri animali, senza contare i rischi legati alla tenuta dei terreni danneggiati. Per gli agricoltori sono un vero incubo.

 

Per questo ieri agricoltori, allevatori e pastori sono arrivati a Roma da tutte le regioni per manifestare davanti al Parlamento e chiedere provvedimenti al governo davanti a questa emergenza. Come recita un comunicato della Coldiretti si è trattato «della più grande manifestazione mai realizzata prima nella Capitale contro l’invasione dei cinghiali e degli altri animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi, assediano stalle, causano incidenti stradali nelle campagne, ma anche all’interno dei centri urbani dove razzolano tra i rifiuti con pericoli concreti anche per la salute dei cittadini». Gli agricoltori erano guidati dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Con loro nella protesta questa volta si sono schierati anche associazioni per l’ambiente come Symbola, Terranostra e Legambiente. Le più esposte all’assedio dei cinghiali sono le aziende agricole dei piccoli comuni. C’è chi si è trovato un centinaio di cinghiali a pochi metri dalla porta di casa; c’è chi raccoglieva il mais di sera col trattore seguito passo passo dal branco che mangiava le pannocchie rimaste, senza essere neppure disturbato dal rumore; c’è chi ha visto i cinghiali arrampicarsi sulle vigne per mangiare l’uva. In piazza a Roma c’era anche il rappresentante di Federparchi. Anche le aree naturali protette hanno interesse a una drastica riduzione dei cinghiali all’interno del loro territorio perché questi animali fanno danni anche alla biodiversità, penso alle essenze vegetali, a partire da quelle più delicate come le orchidee e tante altre piante, così come danneggiano la piccola fauna che sta a livello suolo.

 

Quanto alla situazione di Bergamo la popolazione di cinghiali è stimata attorno ai duemila esemplari. La Regione garantisce dei rimborsi in caso di danni significativi, ma le attese sono lunghe, ci sono domande ferme dal 2012. Il 15 luglio scorso la Regione ha però emesso un decreto che autorizza la caccia di selezione al cinghiale nelle valli bergamasche dal 1° agosto 2019 al 31 gennaio 2020.
Per tornare alla piazza romana della manifestazione di ieri i manifestanti hanno provveduto a portare anche un pentolone gigante di polenta e di spezzatino di cinghiale…

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