Una rassegna di bufale

Cinque notizie che non lo erano Una sullo stupro di Rimini

Cinque notizie che non lo erano Una sullo stupro di Rimini
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1) Le email dell'Agenzia delle Entrate
per regolare la propria posizione fiscale

Le bufale più pericolose spesso viaggiano tramite posta elettronica e, oltre a catene di Sant'Antonio e falsi appelli, possono nascondere virus o malware in grado di danneggiare i nostri pc. In questi giorni molte persone hanno ricevuto alcune email che sembrano provenire dall'Agenzia delle Entrate, che avrebbe contattato i cittadini per regolare la loro posizione fiscale. In alcuni casi si trattava di rimborsi per tasse non dovute o per una parte del canone RAI, in altri si invitava il cittadino a versare una piccola cifra per evitare di incorrere in sanzioni. Allegato all'email è presente un link che dovrebbe permettere di scaricare un modulo da compilare ma che nasconde in realtà un virus. La stessa Agenzia delle Entrate ha segnalato il problema con un comunicato ufficiale, spiegando che si tratta di un caso di truffa.

 

2) I volti dei quattro stupratori di Rimini

L'ex parlamentare Meluzzi pubblica le foto dei quattro stupratori di Rimini, e le reazioni sono quelle stesse dei giorni...

Pubblicato da Enrico Mentana su Martedì 29 agosto 2017

La scorsa settimana gli inquirenti stavano ancora indagando per individuare e arrestare i responsabili delle violenze e dello stupro di Rimini. I responsabili, prima ancora dell'arresto, sarebbero però stati riconosciuti e resi pubblici sul web, con tanto di foto segnaletiche. Il direttore del TG di La7, Enrico Mentana, è intervenuto sulla questione, spiegando che si trattava di una bufala. Gli uomini ritratti nelle foto erano infatti criminali già arrestati in un'operazione anti spaccio diversi mesi va, ma non hanno nulla a che fare con i fatti di Rimini. I veri colpevoli delle violenze sono stati arrestati nei giorni seguenti e l'unica identità di pubblico dominio è quella dell'unico maggiorenne, un congolese ritenuto il capo della banda.

 

3) Se versi contanti in banca per il fisco sarai un evasore

Il rapporto degli italiani con il fisco è sempre stato piuttosto conflittuale, perciò il tema è spesso sfruttato per creare bufale o allarmismo e attirare un gran numero di lettori. Diversi blog in questi giorni hanno lanciato un nuovo allarme: chiunque verserà contanti in banca sarà identificato come evasore e sottoposto a controlli. Non c'è stata però nessuna modifica della legge in questo senso, l'unico riferimento concreto è spiegato nel dettaglio in questo sito. La Cassazione durante l'estate ha ribadito che le somme versate dai professionisti in contanti possono essere oggetto di accertamento se non vengono giustificate adeguatamente. Com'è comprensibile il meccanismo serve a verificare se le entrate riguardino redditi non dichiarati ed a combattere l'evasione.

 

4) Temistocle Boldrini, cugino della Presidente Boldrini

Nonostante la Presidente della Camera Laura Boldrini abbia da tempo dichiarato guerra alle bufale e alla disinformazione sul web, sembra che sia rimanga una delle vittime preferite di queste fake news. L'immagine del suo presunto cugino, Temistocle Boldrini, è stata condivisa decine di migliaia di volte, nonostante si trattasse ovviamente di un falso. L'accusa mossa al parente della Presidente sarebbe quella di guadagnare 30mila euro al mese come parcheggiatore al Senato e di essere presidente di decine di cooperative che si occupano di migranti. Il blog di David Puente ha scoperto che l'immagine ritraeva lo stesso autore della bufala.

 

5) Non accettare l'amicizia di quest'uomo: è un hacker

La diffusione di appelli falsi può in certi casi rovinare la vita delle persone, durante l'estate in particolare ci sono stati due appelli che sono circolati in maniera virale su Facebook e che mettevano in guardia da due presunti hacker. Il primo risale a circa due mesi fa e riguarda un certo Brambilla, il più recente invece risale a pochi giorni fa ed accuserebbe un certo Bonomi di rubare le identità di tutti coloro che accettano la sua richiesta d'amicizia. In entrambi i casi si tratta di bufale e la scelta di cognomi così popolari potrebbe causare problemi a migliaia di persone che hanno la sola colpa di avere un cognome molto popolare.

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